Il richiamo è rivolto sia alla maggioranza che all’opposizione, un invito al dialogo, ad andare oltre lo scontro che la politica inevitabilmente comporta, e ad «alzare lo sguardo» oltre «il contingente e la mera ricerca di consenso». Ma il discorso di Sergio Mattarella in occasione dello scambio di auguri con le alte cariche dello Stato suona anche, nella sua citazione di Aldo Moro, come un invito ai partiti che sostengono il governo Conte. Al Quirinale, nel salone dei Corazzieri, c’è anche Mario Draghi. Assenti Salvini, Renzi (che Moro lo ha citato nella sua recente invettiva in Senato contro l’inchiesta Open) e Berlusconi.

Il capo dello Stato ricorda appunto quanto disse Moro: «Anche se talvolta profondamente divisi, sappiamo di avere in comune, ciascuno per la propria strada, la possibilità e il dovere di andare più lontano e più in alto». Mattarella spiega che da queste parole si possono trarre «due preziose indicazioni»: «Chi riveste ruoli istituzionali deve avvertire la responsabilità di farlo in nome e per conto di tutti i cittadini» e «chi è chiamato al compito di governare esprime gli orientamenti della maggioranza ma con il dovere di rispettare e garantire la libertà e i diritti degli altri, delle minoranze. Questa è l’essenza della democrazia, che richiede rispetto reciproco», il «più efficace antidoto all’intolleranza». L’altra indicazione è che bisogna «confrontarsi sull’ampio orizzonte del futuro» che «è già cominciato».

Mattarella torna poi a parlare dell’emergenza climatica e indica il « nemico da sconfiggere insieme: la mancanza di lavoro. Serve il lavoro, remunerato e tutelato, come rimedio alla frammentazione sociale e come elemento centrale della ripresa economica».