L’occasione è l’inaugurazione della scuola superiore della Magistratura, nella sua sede di Fiesole, sopra Firenze. Il discorso del presidente della Repubblica non elude le questioni del momento: la corruzione e la necessità di combatterla, lo scontro tra la magistratura e il governo. Sergio Mattarella dimostra di accogliere alcune questioni sollevate dal presidente dell’Anm Piercamillo Davigo: i politici «devono aggiungervi la consapevolezza che la corruzione nel loro ambito è ancora più grave, perché nell’impegno politico si assume un duplice dovere di onestà». D’altra parte riprende l’obiezione principale fatta a Davigo: «È fondamentale non avere l’atteggiamento di chi spara nel mucchio perché se dici che sono tutti uguali poi i ladri la fanno franca». E ai magistrati il capo dello stato dice anche che «il tempo dei processi non è una variabile indipendente». In definitiva «Combattere la corruzione è un impegno di sistema, non di un solo corpo dello stato», la magistratura, e dunque «occorre una grande alleanza tra tutte le forze sane per sviluppare ulteriormente gli anticorpi necessari».