In Croazia, 4,2 milioni di abitanti appena confluiti nell’Unione europea, va in scena oggi il referendum fortemente voluto da una serie di ong cattoliche ultraconservatrici con il quale si intende sancire la definizione del matrimonio come «un’unione tra un uomo e una donna», punto. A Zagabria e nelle principali città del paese si sono tenuti ieri gli ultimi comizi e nella capitale un migliaio di manifestanti pro-gay si sono recati fino al Parlamento per chiedere ai croati di votare «no» contro la modifica della Costituzione, che allo stato attuale non parla dei matrimoni. Sugli striscioni c’erano scritte come «Stop al fascismo» e «Oggi tocca ai gay, domani verranno a prendere te». I promotori del referendum – l’associazione denominata «Nel nome della famiglia», fortemente legata alla potente e influente Chiesa cattolica croata, sono sicuri della vittoria. I sondaggi dell’ultim’ora indicano infatti che i «sì» dovrebbero prevalere con un largo margine, ottenendo tra il 59 e il 65%.