«Esaltazione nazionalista, glorificazione dello spirito e delle virtù militari, fervente cattolicesimo, ispanità, preferenza per forme e stili classici e tradizionali furono i principi che in una primo momento definirono la cultura franchista»: cosi Francisco Calvo Serraller e Juan Pablo Fusi, nel loro saggio El espejo del Tiempo, annunciano l’avvio del rigido controllo e dell’onnidivorante propaganda che negli anni del dopoguerra sembrò travolgere la letteratura e le arti spagnole. Sotto la funerea superficie della cultura ufficiale, alla quale molti si erano sottratti con l’esilio, scorreva però l’energia non del tutto clandestina della cosiddetta Generación del Medio Siglo, ovvero degli scrittori che...