Eclettico, Martial Raysse lo è sempre stato: tra la fine degli anni’50 e la fine dei ’60, prima astrattista, informale, tachiste, poi firmatario del manifesto del Nouveau Realisme, scultore, pittore, assemblatore di oggetti e di materiali, ma anche scenografo, infine cineasta e sperimentatore video, creatore di un immaginario molto colorato e pop, con prelievi e citazioni dalla storia dell’arte (l’odalisca di Ingres ricorre spesso nei suoi quadri), dalle riviste di moda e di cinema (le pin-up, la Bardot…). L’estetica di Raysse (sulla soglia degli 80 anni) è davvero l’apologia della tecnica mista, laddove il neon si sovrappone alla tela, l’oggetto...