E’ subito polemica per il neosindaco di Roma Ignazio Marino, a meno di 48 ore dal suo insediamento e alla vigilia del Gay Pride di Roma che si svolgerà oggi. Ad andare all’attacco infatti sono le associazioni organizzatrici della parata. Per Andrea Maccarone, portavoce del Circolo Mario Mieli: «Per un Sindaco di Roma che creda davvero nei diritti civili e nella piena uguaglianza delle persone lgbtq la presenza al Pride non può più considerarsi un optional ma un impegno istituzionale e civile inderogabile. Tanto più che può tradursi anche in un saluto di qualche minuto all’inizio della parata come avviene nelle principali capitali europee». Gli organizzatori si dovranno invece accontentare della presenza di Luigi Nieri (Sel), delegato dal Sindaco a rappresentare l’intera maggioranza e la futura giunta.

Una mancata attenzione istituzionale contestata nei giorni scorsi anche alla neoministro alle pari opportunità Josefa Idem: il ministero che presiede non patrocinerà infatti la manifestazione. La comunità e le associazioni Lgbtq si aspettano di fatto un riconoscimento, e un segnale di discontinuità immediato con l’amministrazione Alemanno che ha sempre negato il patrocinio del Comune di Roma alla manifestazione, patrocinio invece dato con entusiasmo quest’anno dalla giunta regionale di Zingaretti che parteciperà con il vicepresidente Massimiliano Smeriglio.

La domanda sulla sua partecipazione o meno alla giornata di oggi gli era stata posta proprio al latere del suo insediamento mercoledì, domanda dribblata da Ignazio Marino che ha in programma un week end di vacanza con la sua famiglia: «Nessuno vuole negare le meritate vacanze al sindaco dopo un’intensa campagna elettorale – spiegano gli organizzatori – ma non crediamo che queste siano incompatibili con un saluto al Pride». Una replica quella di Marino che ha fatto solo inasprire i toni di Maccarone che ieri ha parlato di «una risposta irrispettosa e offensiva nei confronti di una comunità che si batte da anni e domani scenderà in piazza proprio per vedere riconosciuti i diritti, la visibilità e la dignità delle proprie famiglie». Più sfumati i toni di un altro attivista storico per i diritti degli omosessuali, Fabrizio Marrazzo portavoce del Gay Center che chiede al Sindaco un confronto in tempi brevi: «Da Marino in campagna elettorale è venuta l’adesione alla piattaforma che avevamo proposto che riguarda i diritti civili e la lotta all’omofobia. Siamo pronti a un confronto e a un dialogo che renda Roma capitale dei diritti e gay friendly come molte altre capitali europee». Dalla segreteria di Marino spiegano che si sta lavorando affinché ciò avvenga, ma per ora nessuna comunicazione ufficiale.

La presenza del sindaco per molti sarebbe stato un segnale in qualche modo «dovuto», visto l’impegno diretto nel sostegno a Marino: sono ben due infatti le candidature provenienti dal mondo Lgbtq espresse nelle liste che hanno sostenuto l’ex chirurgo, quella di Imma Battaglia nelle con Sel e quella dell’ex presidente proprio del Mieli Rossana Praitano nelle file dei democratici.

Ignazio Marino, per le sue posizioni progressiste in temi di diritti civili, aveva suscitato in molti la speranza di un cambio repentino di passo. Al momento però si è dimostrato molto attento a non irritare Oltretevere in campagna elettorale ricevendo in cambio nessun tipo di entusiasmo, ma venendo addirittura «scomunicato» dalla prima pagina dell’Avvenire. Più coraggioso era stato Marino nella corsa al ballottaggio, garantendo la realizzazione a Roma del registro delle unioni civili e chiedendo di esulare da questioni di fede il dibattito su fine vita e testamento biologico.

Ma i guai del Pd e del centrosinistra sui temi «eticamente sensibili» sembrano non avere mai fine, figli di una debolezza inscritta nel dna del partito di Marino che ha portato solo qualche giorno fa il Pd ad astenersi su un provvedimento riguardante la difesa della 194 in parlamento.