Marino, ombre sul bilancio
Campidoglio Appalti e servizi confermati agli stessi soggetti che compaiono nell’inchiesta
Campidoglio Appalti e servizi confermati agli stessi soggetti che compaiono nell’inchiesta
Bilancio in Campidoglio: numeri e cifre da assestare per legge. Seduta fiume nell’aula Giulio Cesare, con i consiglieri di Sel che rispolverano Ho Chi Minh in versione Roma Capitale a beneficio della nuova giunta monocolore Pd.
I conti non tornano. C’è la versione istituzionale del sindaco Ignazio Marino: «In passato, il bilancio di questa città non era mai stato approvato nei termini di legge. Noi abbiamo cambiato davvero strada». C’è il lavoro di Silvia Scozzese, assessore al bilancio, che però si è dimessa. Aveva rilevato Daniela Morgante, che ad aprile aveva rotto con Marino. Da pochi giorni s’è invece insediato Marco Causi, parlamentare Pd, che deve comunque rispondere della «manovra» della giunta senza più ala sinistra.
In Campidoglio, il sindaco tira dritto e parla di investimenti triennali, fino al 2017, pari a 58,3 milioni solo nel settore mobilità: manutenzione straordinaria per le linee A e B della metro e per la rete tranviaria (banchine comprese). Marino rivendica poi il capitolo sull’edilizia residenziale pubblica: si tratta di 10,7 milioni di patrimonio in via di alienazione, perché l’equivalente sarà in acquisti sempre Erp.
Ieri sera la seduta di consiglio è proseguita fino a notte. La classica «maratona», come in qualsiasi Comune. Durante il dibattito è intervenuto anche il vice sindaco Causi, che da pochi giorni ha la delega al bilancio: «Un elemento importante di questo assestamento è la vicenda Atac. Si completa il quadro finanziario per procedere all’operazione di ricapitalizzazione. Ma serve una rivoluzione organizzativa che sia condivisa con i lavoratori».
Invece Marino era uscito dalla giunta che aveva varato l’assestamento con una buona notizia: «Dalle verifiche dell’assessore Sabella la spesa per somme urgenze nel 2013 ha superato i 100 milioni di euro. Nel 2015 siamo al di sotto dei 3 milioni…».
Tutto a posto? Secondo il M5S, prorio nelle pieghe del bilancio si annidano «appalti e proroghe a soggetti legati a Mafia Capitale».
Ieri pomeriggio, lo stato maggiore del gruppo pentastellato in Campidoglio ha elencato punto per punto le anomalie. Comincia il capogruppo Marcello De Vito: «Nell’assestamento di bilancio numerosissime proroghe di appalti e affidamenti a soggetti coinvolti in Mafia Capitale, nei settori dell’emergenza abitativa, dell’accoglienza dei migranti e dei campi rom». E Marino? «Presumiamo la sua buona fede, ma gli segnaliamo tutto: non potrà più dire di non avere consapevolezza».
C’è anche il deputato Alessandro Di Battista: «Da oggi il sindaco Ignaro Marino diventa Ignavo. Abbiamo presentato dati e denunce, ma il sindaco è incapace». Un attacco frontale, quanto dettagliatamente documentato. A partire dal capitolo «emergenza casa» che stanzia 13 milioni destinati all’assistenza. Daniele Frongia illustra: «L’amministrazione Marino aveva annunciato di voler voltare pagina, portando in giunta la delibera per dismettere i residence e fare una gara. È uscita senza copertura finanziaria: ha provocato la proroga immediata di tutti i contratti».
E Mafia Capitale rispunta, per il M5S, ad ogni capitolo di bilancio. Virginia Raggi si concentra sul sociale: «Le carte parlano chiaro: non esiste nessun dopo. In otto mesi non è stato fatto nessun bando, prorogando tutti gli affidamenti». L’esempio più clamoroso riguarda i centri di accoglienza: «Stanziato un milione senza specificare quali. Abbiamo effettuato un accesso agli atti per capire il perimetro di questo scempio. E poi 950 mila euro stanziati per i servizi rom, sinti e camminanti e i 300 mila per l’emergenza freddo».
Enrico Stefano rincara la dose: «Voci nel bilancio destano sospetti come la gara per il call center, vinta con il massimo ribasso, e ora al vincitore vengono dati 700 mila euro a compensare lo stesso ribasso d’asta. Per non parlare degli uffici capitolini di Largo Loria e via delle Vergini, che non sono stati liberati in tempo e ora ci troviamo a pagare 3 milioni perché Marino non è riuscito a trasferire in tempo gli uffici in via del Tritone». E ancora: «Sei milioni per le licenze tecnologiche che già si potevano conteggiare nel bilancio previsionale».
Il capogruppo M5S conclude con un’altra anomalia. È l’allegato C: 34 pagine con l’elenco di 2.040 immobili che vanno in concessione. Tuona De Vito: «In questo modo cercano di ottenere l’avvallo dell’assemblea per una delega in bianco alla giunta Marino». Sembra già l’inizio della campagna elettorale…
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