Fu nel romanzo d’esordio di Walter Siti che Marco Santagata – scomparso ieri a Pisa per le complicazioni di una lunga malattia aggravata dal Covid – da specialista di Petrarca ad uso degli specialisti passò ad essere lo studioso di Petrarca per antonomasia. In quel romanzo, Scuola di nudo, 1994, tra gli altri universitari messi in scena, da Adelia Noferi a Luigi Baldacci, Santagata aveva un ruolo particolare: quello di accendere nel protagonista del romanzo il desiderio vendicativo di cancellare dal computer tutti i file del commento ai Rerum Vulgarium Fragmenta, ovvero al Canzoniere.

L’EPISODIO SI RIFERIVA (o era sovrapposto nella narrazione) agli anni in cui Siti e Santagata furono compagni di studi all’Università di Pisa e alla Normale. I tempi narrativi hanno una loro logica, confondono bizzosamente i ricordi e certe volte li inventano. Fatto sta che da quelle pagine di romanzo si annunciava il futuro studioso che laboriosamente andava preparando il commento al più grande e influente e imitato quanto avversato libro di liriche mai scritto.
Prima di arrivare a quel commento di vasta mole, Marco Santagata aveva preparato l’impresa con almeno due volumi: Per moderne carte. La biblioteca volgare di Petrarca (1990) e I frammenti dell’anima. Storia e racconto nel Canzoniere di Petrarca (1992). Il Canzoniere commentato uscirà poi nei «Meridiani» nel 1996 e, nella medesima collana, in nuova edizione, nel 2004, in coincidenza con l’uscita del secondo volume delle opere italiane da lui diretto. Anche dirigerà e introdurrà per i «Meridiani» i due volumi delle opere di Dante fuori della Commedia (2014).

NEL CAMPO della lirica dei primi secoli vanno ricordati almeno tre volumi della prima stagione dello studioso, per i cospicui risultati derivati dal gusto dell’erudizione e dall’innovazione di metodo, messi l’uno e l’altra al servizio dell’indagine di stile da una parte e della possibilità di vedere in nuovo modo i contesti letterari dall’altra: Dal sonetto al Canzoniere. Ricerche sulla preistoria e la costituzione di un genere (1979), fondamentale anche per la ricognizione intorno alla nascita del libro di poesia, concepito nei suoi rapporti di misura e struttura; La lirica aragonese. Studi sulla poesia napoletana del secondo Quattrocento (sempre 1979), con la messa in evidenza, tra l’altro, di come la memoria dei poeti si trasmetta non soltanto dal lessico ma dal ricalco di scelte sintattiche e metriche; e Petrarca e i Colonna (1988), condotto con prossimità all’indagine «per tracce», ovvero con un impianto che, con tutta la sua serietà, non ci si trattiene dal definire «giallistico».
Specialista dunque della lirica italiana fino al Rinascimento, Santagata fece però irruzione non occasionalmente nella poesia italiana tra Otto e Novecento, in particolare su Foscolo e Leopardi, ma anche su Pascoli e D’Annunzio, con Per l’opposta balza. La cavalla storna e il commiato dell’Alcyone, 2002, che segnò anche qualche vicinanza con un critico tanto diverso da lui come Cesare Garboli.

ACCADEMICO, narratore (dei grandi premi letterari vinse il Campiello nel 2003 con Il maestro dei santi pallidi), alto divulgatore soprattutto nei suoi ultimi libri danteschi e petrarcheschi, Santagata era anche attento al risalto mediatico dove, senza snaturarsi, la preparazione rigorosa potesse passare a un pubblico più ampio rispetto a quello delle collane di settore e delle riviste specializzate (si può qui ricordare la versione in prosa e annotata delle Canzoni di Leopardi, 1998).
Era nato nel 1947 a Zocca, lo stesso paese in provincia di Modena dove cinque anni dopo nascerà Vasco Rossi. E siccome il caso, nei suoi ghiribizzi, indica sempre la via di un qualche senso, l’anno in cui Santagata è nella cinquina del premio Strega con Come donna innamorata, 2015, della dozzina dei preselezionati fanno parte Zerocalcare e Vinicio Capossela: l’austero professore apprezzava la vicinanza della cultura pop più di quanto potrebbe credersi.
E della cinquina dei finalisti fa parte quell’anno Elena Ferrante, alla ricerca della cui identità Santagata dedicherà una serie di articoli incentrati su alcune coincidenze pisane. Quando si dice «avere la letteratura nel sangue», in ogni forma.

 

 

La famiglia comunica che, per chi volesse dare un ultimo saluto a Marco Santagata, la camera ardente sarà allestita oggi presso la Pubblica Assistenza di Pisa in via Italo Bargagna 2 dalle ore 11.00 alle 17.00.
I funerali si terranno sabato 14 novembre ore 11.00 presso la chiesa di Zocca (Modena).