I pensieri o i detti di Napoleone sugli scrittori dell’antichità sono interessanti. L’Imperatore non amava Tacito, perché lo riteneva un nemico del potere imperiale (non ne apprezzava nemmeno lo stile), ma considerava utilissimo Strabone, perché la conoscenza geografica è essenziale per il dominio politico (ne venne una importante edizione e traduzione). Con Cesare il rapporto era più profondo e più complesso: inevitabile confrontarsi con il generale, con l’uomo politico, con il golpista, con il trattatista militare. In epoca di classicismo, poi, era ancora usuale il richiamo ai paradigmi antichi. Al tempo della campagna d’Italia, Bonaparte fu paragonato ad Annibale, poi...