Il «sentiero stretto» di Padoan può portare in un vicolo cieco, non prima di avere subito una «significativa deviazione» dei conti pubblici a causa delle spese per il terremoto e l’accoglienza dei migranti, si legge in una lettera inviata dal commissario Ue Pierre Moscovici. Ma tranquilli, hanno risposto fonti del ministero, si chiarirà tutto entro martedì 31 ottobre, quando al Senato inizierà la discussione sulla manovra al Senato.

Non è una bocciatura, altrimenti il Documento Programmatico di Bilancio sarebbe stato già respinto. È il normale check-in operato dai custodi dell’austerità sul calcolo delle percentuali. Lettere simili sono state inviate ieri a Francia, Belgio, Portogallo e Spagna. In Italia è un sasso nello stagno con le elezioni alle porte. Renzi scatenatissimo nel fingere di stare all’opposizione di un governo guidato dal suo partito potrebbe persino approfittarne per rilanciare la finta polemica sulla flessibilità, proprio nel giorno in cui la Commissione l’ha confermata sui punti noti.

La querelle è sul calcolo dei decimali. La commissione Ue ha evidenziato come la bozza di bilancio per il 2018 “implica un deterioramento del bilancio strutturale che punta ad una significativa deviazione” dagli sforzi previsti, che erano stati quantificati nell’almeno lo 0,6% del Pil raccomandato dall’Ecofin del 12 luglio 2016. «Nel 2018 – scrive Bruxelles – il Draft Budgetary plan prevede uno sforzo strutturale dello 0,3% del Pil». Questo dato però, «una volta ricalcolato dagli uffici della Commissione Ue, in base alla metodologia comunemente condivisa, arriva allo 0,2%». Non solo. «Il tasso di crescita reale previsto per la spesa primaria eccede la riduzione raccomandata di almeno l’1,4%».

Per il Mef la Commissione Ue ha riconosciuto nuovamente la validità del «sentiero stretto». Nel giudizio finale del tribunale si terrà conto dell’obiettivo di rafforzare la ripresa economica e la necessità di garantire la sostenibilità delle finanze pubbliche. I chiarimenti, promessi da Padoan, «dimostreranno adeguatamente che l’Italia rispetta le regole». Il sentiero è sempre lo stesso e resta «stretto». La discussione è solo sul calcolo dei millimetri della strettoia già convenuta tra Padoan e Moscovici.