«Quando hanno intubato mio padre ho ripensato a quella passeggiata che dovevo evitare». «Quando hanno portato mia madre in ospedale, ho capito che dovevo rinunciare alla corsa». «Quando mio figlio è stato contagiato, ho capito che dovevo rinunciare a quella spesa inutile». È la campagna del Comune di Cagliari per convincere la gente a stare a casa contro il contagio da corona virus. Manifesti choc, che sono apparsi l’altro ieri nelle strade e nelle piazze del capoluogo regionale sardo firmati dal sindaco Paolo Truzzu (Fratelli d’Italia). Su tutti i cartelli lo slogan: «Meno usciamo, prima ne usciamo».

Immediata la reazione dell’opposizione di centrosinistra in consiglio comunale, che accusa Truzzu di terrorismo psicologico: «Chiediamo che il sindaco faccia rimuovere subito i manifesti e si faccia promotore di una campagna informativa istituzionale semplice e diretta. I cittadini hanno bisogno di una comunicazione seria e trasparente, non di terrorismo. La cittadinanza di Cagliari non se lo merita». Sceglie invece Facebook, per attaccare Truzzu, l’ex presidente della giunta regionale Francesco Pigliaru (Pd), che posta le foto dei manifesti e commenta: «Questa cosa è una schifezza. Per la scelta di testi così brutali e irrispettosi del dolore e delle paure altrui, ma anche perché così chi governa cerca di far passare il messaggio che è solo colpa nostra se le cose vanno male».

Non è un caso che Pigliaru richiami le responsabilità politiche. In una regione dove il numero dei contagiati tra il personale medico degli ospedali supera il 50% (contro l’8% nazionale) e dove in una provincia, Sassari, l’epidemia ha raggiunto livelli molto preoccupanti con il rischio che vada fuori controllo, l’assessore regionale alla sanità, Mario Nieddu (Lega), è sotto tiro. Progressisti, Leu e M5S ne chiedono le dimissioni, mentre il Pd propone un organismo di coordinamento anti Covid-19 composto da un epidemiologo, da un virologo e da un esperto di medicina delle catastrofi.

Nieddu come Truzzu, quindi. Centrodestra sotto accusa. Da parte sua, alla polemica sui manifesti il sindaco replica su Facebook: «Sono messaggi molto forti. Sapevo che sarei stato attaccato. Ma mi sono chiesto: è più importante il mio consenso o la salute e il futuro dei miei concittadini? Voglio che, passato lo choc iniziale, si possa riflettere».
Gli risponde la consigliera comunale Francesca Ghirra (Campo progressista), che parla di «strategia del terrore» e chiede la rimozione dei manifesti. Mentre Guido Portoghese, consigliere Pd, commenta: «Il messaggio che passa è inaccettabile. Si crea un clima di terrore irrispettoso dei cittadini, delle vittime e dei loro familiari. Surreale in una regione dove la stragrande maggioranza dei contagi è avvenuta non nei parchi o nei supermarket ma negli ospedali».