L’hanno chiamata «Last door» l’operazione che ha portato ieri all’arresto del comandante provinciale della Guardia di finanza di Livorno, colonnello Fabio Massimo Mendella. Stessa sorte per il commercialista napoletano Pietro De Riu. L’accusa è concorso in concussione per induzione e rivelazione del segreto di ufficio. Del Riu avrebbe incassato per conto di Mendella oltre un milione di euro, soldi versati da imprenditori partenopei quando il colonnello era di stanza a Napoli, dal 2006 al 2012 responsabile del settore verifiche presso il Comando provinciale, per poi essere trasferito a Roma. Proprio grazie al suo ruolo avrebbe svolto accertamenti fiscali addomesticati.

Secondo i pm del Tribunale di Napoli, Vincenzo Piscitelli ed Henry John Woodcock, il meccanismo sarebbe stato talmente collaudato che agli imprenditori Giovanni e Francesco Pizzicato, proprietari della holding Gotha spa, Mendella consigliò di spostare la sede sociale nella capitale in modo da poter continuare a pilotare i controlli e incassare la relativa mazzetta. Dopo appena due giorni dal trasferimento della società, l’ufficiale propose ai suoi superiori una nuova verifica fiscale, che necessitava di una specifica autorizzazione a derogare dagli ordinari criteri di competenza. Autorizzazione arrivata dopo appena 24 ore. La tempistica dell’operazione, sottolinea il gip, è un decisivo elemento di conferma dell’accusa.

Nella sua denuncia, l’imprenditore Giovanni Pizzicato ha raccontato di avere appreso da De Riu che la verifica «aveva richiesto una speciale autorizzazione da parte di due generali, uno dei quali mi fu detto essere Spaziante». De Riu chiese a Pizzicato 150.000 euro «perché a suo dire erano stati coinvolti, data la natura straordinaria dell’iniziativa, i generali». Un nome di peso quello del generale Emilio Spaziante, da poco in pensione, arrestato la settimana scorsa nell’ambito dell’inchiesta sul Mose, accusato di essere la talpa della cricca che lucrava sulla grande opera. Perquisito ieri anche l’ufficio in via XXI aprile a Roma del generale Vito Bardi, comandante in seconda cioè numero due nella catena di comando della Gdf, subentrato a Spaziante. Bardi sarebbe indagato per una vicenda collaterale rispetto a quella al centro dell’indagine della procura partenopea.

Secondo i pm, anche le modalità di concessione della deroga appaiono sospette: non fu interessato il comando generale della Guardia di finanza ma solo quello provinciale; né nella richiesta né nell’autorizzazione erano specificate le circostanze eccezionali per derogare dai criteri di competenza. Mendella poi a Napoli non disdegnava i party. Nell’estate del 2006 partecipò alla festa di compleanno dell’imprenditore Paolo Graziano sulla sua barca, assieme ai calciatori Ciro Ferrara e Fabio Cannavaro. I tre sono estranei alla vicenda, Graziano però, ex presidente dell’Unione industriali di Napoli a cui è subentrato due giorni fa Ambrogio Prezioso, è stato sentito come persona informata sui fatti. Nell’estate successiva, invece, sia Mendella, accompagnato dalla fidanzata, sia il commercialista De Riu avrebbero trascorso le vacanze in Sardegna a spese di Pizzicato.

«Piena fiducia nella Guardia di Finanza» è stata espressa dal procuratore della Repubblica di Napoli, Giovanni Colangelo, in una telefonata con il comandante generale delle Fiamme Gialle, Saverio Capolupo. Colangelo ha sottolineato come diversi reparti siano impegnati con la polizia nell’inchiesta napoletana. Fiducia, ma gli scandali si susseguo. L’indagine sul Mose di Venezia ha riacceso l’attenzione su casi come quello di Marco Milanese (passato dalla Gdf alla politica col Pdl e finito in diversi inchieste per corruzione), ma ieri è anche ripreso a Cuneo il processo che vede imputato di concussione aggravata il colonnello della Fiamme gialle Alberto Giordano. Ottimista Raffaele Cantone, presidente dell’autorità anticorruzione: «Una parte della nazione è sana, nelle indagini le forze di polizia giudiziaria non hanno avuto remore a occuparsi di vicende anche al proprio interno: è stata la stessa Guardia di finanza che ha proceduto nei confronti di altri esponenti del corpo».