Troppa raffinatezza per Malifesto (Sugar), il sesto album di Malika Ayane senza tema di smentita una delle voci e dei timbri più belli e particolari della musica italiana? Lei risponde così: «In questi anni la lezione più bella che ho imparato è che non ci sono più regole. Non si possono più fare dischi pensando di venire incontro alle esigenze del mercato o a ciò che può essere di moda. Ecco io penso di fare sempre quello che mi rende consapevole, perché quando noi finiremo i dischi resteranno. Fare una cosa di cui non pentirsi è importante». Progetto arioso e realizzato principalmente con batterie strette, poche chitarre elettriche, prodotto a sei mani insieme a Antonio Filippelli e Daniel Bestonzo, è il primo suo disco realizzato interamente in Italia, Domino – il precedente – era frutto di session berlinesi.

«QUANDO HO PENSATO alla realizzazione di questo album – sottolinea la cantante milanese – stavo immaginando una serie di canzoni che potessero essere ascoltate sia in appartamento che in auto. Per cui l’ispirazione primaria veniva dalla scena contemporanea delle produzioni francesi, penso a Sebastian Tellier e all’uso di archi filtrati da cui potesse emergere una malinconia calda e rassicurante». Dieci pezzi frutto di una sinergia a più mani: Pacifico, Colapesce, Di Martino, Flora, Pari, Filippelli: «La pluralità di scrittura era importante per avere più punti di vista sulle storie raccontate all’interno dei brani».
Disco solare quasi una panacea per i tempi cupi del presente: «Sono di indole ottimista, certo in questo periodo terribile ho giornate in cui mi sveglio con mille paure e incertezze. Ma poi cerco di reagire». Ti piaci – il brano sanremese dalle sonorità da club house e il ritornello a presa lenta ma inesorabile: «Vuole testimoniare la consapevolezza di sé, lo scoprirsi risolti, l’avere voglia di vivere con gusto». Per chi ha paura del buio rappresenta l’altra faccia dell’impegno e del successo: «Per quanto ci si applichi e si lavori sodo, non è detto che le cose vadano secondo i propri desideri. Contemporaneamente, rimandare l’azione per paura delle avversità non garantisce sicurezza dalle avversità. Tanto vale lasciare andare, e fare. Un’altra volta essere nell’attimo e godere del presente». Malika crede di non essere troppo cambiata dagli esordi: «Ma di aver guadagnato consapevolezza, questo sì. Ciò che ho fatto ieri è fondamentale per quello che sono oggi».