È l’8 febbraio 2017 quando a una conferenza stampa nella città di Osaka il consigliere locale Makoto Kimura presenta la copia di un contratto che farà tremare il governo Abe e lo porterà a indire le elezioni di ottobre. Si tratta della vendita di un terreno in località Toyonaka, vicino all’aeroporto di Itami, alla Moritomo Gakuen per la costruzione di un edificio scolastico.

La Moritomo è un operatore scolastico noto per l’educazione nazionalista e e che vantava la moglie di Abe, Akie, come preside onorario. La copia del contratto che Kimura esibiva era piena di cancellature, dietro le quali, è poi emerso nel corso dell’inchiesta parlamentare, si celavano una serie di ingiustificate clausole di estremo favore per la scuola acquirente.

Makoto Kimura è consigliere comunale di Toyonaka nella prefettura di Osaka ed è in carica come indipendente dal 2007. Adora Bansky, si occupa di precarietà e ha militato nei sindacati di categoria.

Makoto Kimura
Makoto Kimura

 

Quando ha cominciato a interessarsi a quel terreno?

All’inizio c’erano due lotti identici separati da una strada e la città di Toyonaka ne comprò uno nel 2010 per farci un parco, ma non poté comprare anche l’altro perché troppo costoso. Su questo iniziarono dei lavori e il 23 maggio 2016 passando di lì vidi il poster della scuola che sarebbe stata costruita: c’era la foto di Yasukuni – il cimitero di guerra che ospita anche i criminali della seconda guerra mondiale, ndr – e il rescritto imperiale sull’istruzione in caratteri di prima della guerra; a quel punto ero sicuro che qualcosa di controverso stava per essere costruito.

Cosa scoprì?

La scuola era della Moritomo e la moglie di Shinzo Abe, Akie, ne era la preside onoraria. Sul sito c’erano anche una serie di link a incontri con personalità della destra giapponese. Andai subito all’ufficio a chiedere una copia del contratto di affitto, ma i documenti erano pieni di cancellature. Qualche tempo dopo venni a sapere della vendita del lotto. Chiesi di nuovo i contratti e di nuovo molte pagine erano oscurate, in particolare un’intera pagina che riguardava lo smaltimento dei rifiuti.

Come rispose?

Formai un gruppo di lavoro e nel primo volantino scrissi che la terra pubblica veniva venduta per un prezzo ignoto alla scuola di cui la moglie di Abe era preside onoraria e che la scuola insegnava con metodi del Giappone della guerra.

E poi fece causa all’amministrazione e la storia scoppiò...

Ho iniziato il volantinaggio nell’ottobre del 2016, dopo aver avuto i documenti in settembre. La cosa ebbe molta eco tra i cittadini, ma non fra i media. Così decisi di portare la cosa in tribunale per il mio diritto di accesso. L’Asahi fece un pezzo e il giorno dopo un parlamentare ottenne il documento senza cancellature. Si scoprì che la terra fu venduta ad un decimo del prezzo pagato dalla città di Toyonaka. Questo ha infiammato il dibattito.

Come ha collaborato con l’inchiesta parlamentare?

Ho fatto molte foto. La questione dei rifiuti è stata la giustificazione per abbassare il prezzo. È difficile credere che il 47,1 per cento della terra fosse fatta di rifiuti, dalle foto è chiaro che non c’erano.

Lei ha anche presentato una denuncia penale.

Il 23 di marzo: allora l’attenzione dei media era tutta su Kagoike – il proprietario della Moritomo – a cui veniva addossata tutta la responsabilità, così ho mostrato come il lavoro del ministero invece fosse criminale. Avrebbero potuto semplicemente dirgli di no e invece hanno trattato.

Come si è comportata la burocrazia?

Non c’è stata ostruzione nei miei confronti, ma se guardo all’inchiesta parlamentare, alle informazioni che hanno negato e poi confermato sembra che credano che non è il caso di mostrare tutto.

È normale per un personaggio pubblico essere preside onorario di una scuola?

Non finché è in carica, è normale una volta ritiratosi. Questo mostra la dedizione degli Abe. In parlamento è emerso che la segreteria di Akie Abe aveva contattato l’amministrazione in merito alla Moritomo. Ci deve essere una qualche connessione per forza.

Questo mostra che c’è stato «sontaku» (un’azione compiuta di chi legge «tra le righe» una direttiva superiore, ndr)?

«Sontaku» è fare qualcosa pensando che il potente sarà contento. Qui è diverso, io credo ci sia una pressione diretta dall’alto. Se lo chiami «sontaku» allora dai la colpa alla burocrazia, ma se c’è stata pressione diretta allora cambia chi è nel torto.

Cosa rappresenta questa scuola per Abe?

Si tratta di un progetto pilota. Un certo tipo di istruzione è stato bandito finita la guerra, ma c’è sempre stato un gruppo di ultranazionalisti, che ora supportano fanaticamente Abe, che vuole il contrario. Abe è ideologicamente vicino a loro e siccome non è possibile iniziare dalle scuole pubbliche, iniziano con le private.

Abe sta fuggendo da questo scandalo…

Abe aveva detto all’inizio di questa storia che se lui o sua moglie avessero avuto qualcosa a che farci si sarebbe dimesso. Ha sempre sostenuto che tutto è stato regolare, ma il Kaikeikensain – la Corte dei Conti giapponese – ha chiarito che non è andata così. Stanno prendendo in giro le persone e la delusione sta raggiungendo il limite.

Ma non le urne?

In Giappone questo tipo di episodi non diventa rabbia, solo rassegnazione.

Quali effetti avrà questo scandalo sulla politica giapponese?

Se tutto questo non viene risolto aumenterà la sfiducia nella politica e la partecipazione alle elezioni continuerà a scendere, ma questo scandalo non finirà finché qualcuno al vertice politico non se ne assumerà la responsabilità, ma non un qualche funzionario di basso rango. Questo potrebbe poi portare alla caduta dell’amministrazione Abe.