«Avevo 17 anni, persone che credevo amici di famiglia mi hanno portata in Italia dalla Bulgaria, mi avevano promesso un lavoro» così comincia la storia di Stefania, che lei stessa ha raccontato ieri al Quirinale, invitata dal presidente Sergio Mattarella per la Giornata internazionale della donna.

«SULLA STRADA MI HANNO mandato con la forza – ha proseguito -, con calci e pugni, con torture, le mie orecchie tagliate brutalmente dai magnaccia. Una notte in particolare ero distrutta, mi trascinavo dentro le macchine dei clienti, mi avevano strappato i capelli, mani e ginocchia gonfie, buchi nelle pancia fatti con i tacchi a spillo. Questi uomini vanno a fare la spesa, a compare qualcosa di cui hanno bisogno, ad appropriarsi di cose e anche io sono diventata una cosa di cui appropriarsi, come dal macellaio». Per poi concludere: «Non riuscirò mai a capire come un uomo possa non avere pietà di una ragazza che sanguina e soffre, comprarla per sesso mentre piange e sta male. Mi addolora quando si parla della prostituzione come di un lavoro, per me è una tortura, così come lo è per le tante donne che incontro con la Comunità papa Giovanni sulle strade per farle uscire da questo inferno».

LE INIZIATIVE DEL GOVERNO, come il ddl Pillon, cercano di riportare indietro le lancette dell’Italia. Mattarella chiarisce: «La condizione delle donne attesta il grado di civiltà di un paese, valori che recano il segno delle conquiste realizzate, spesso tra molte difficoltà, dalle donne stesse». Al centro dell’iniziativa ieri c’era, in particolare, il tema delle donne rese schiave e costrette a prostituirsi: «Uno sfruttamento ignobile a danno speso di minorenni, provenienti dalla povertà estrema, da contesti di guerra, che finiscono nelle reti delle mafie transnazionali». Tra le ospiti del presidente c’era anche Hope: arrivata in Italia dalla Nigeria a 19 anni, è stata privata della libertà, minacciata, chiusa in una casa senza mangiare. Anche lei come Stefania è riuscita a scappare. «Lo sfruttamento sessuale delle donne – ha proseguito Mattarella – è l’infame schiavitù del nostro secolo».

SE LA LEGA CHIEDE la regolarizzazione delle case chiuse, il presidente ricorda la legge Merlin che le abolì: «Fu una tappa importante nel camino di liberazione della donna, una lezione su cui meditare». Lo sfruttamento è solo una delle forme degli abusi: «Non possiamo continuare ad assistere inerti alla violenza nelle case e nelle strade – ha ammonito il capo dello stato -. Giovedì sono state assassinate due donne, Alessandra e Fortuna, vittime di distorte e criminali mentalità di possesso. Occorre mettere in campo strumenti che consentano alle donne di non sentirsi più sole». L’altra faccia della violenza è la dipendenza economica, innescata dagli altissimi tassi di disoccupazione femminile e dalla disparità dei salari: «Paghiamo storture che, penalizzando le donne, ci penalizzano come insieme – ha concluso Mattarella -. Il permanere poi di rigidità nei ruoli domestici causa alle donne difficoltà di accesso al mercato del lavoro».

SONO STATE QUASI 25MILA le vittime di tratta accertate nel mondo nel 2016, la maggior parte originarie dell’Asia orientale o dell’Africa subsahariana. Il fenomeno è in aumento da quando è diventato un mezzo di finanziamento per i gruppi armati e i terroristi. È quanto rivela il rapporto dell’Onu contro il traffico di esseri umani, presentato lo scorso gennaio. Le vittime sono per il 73% donne, le bambine in particolare costituiscono un quinto del totale. Lo sfruttamento sessuale rappresenta il 59% del fenomeno, seguito dal lavoro forzato (35%), l’8% subisce entrambi.