La pop star di – Tik tok, mega hit del 2009 che è impossibile non abbiate ascoltato almeno una volta – ritorna con un terzo lavoro con il quale spera di rilanciare una carriera partita con il botto (Animal) e precipitata in un mezzo flop (Warrior). Poi un vuoto pneumatico, riempito più che altro da cronache dalle aule dei tribunali o scoop da riviste di gossip. Si è parlato infatti più della causa intentata contro il suo pigmalione Dr. Luke – accusato di abusi sessuali e psicologici – che delle sue inclinazioni artistiche. Ora è finalmente arrivato il momento di dimostrare il suo valore. Rainbow – ovvero l’arcobaleno – è il disco della rinascita dove Kesha abbandona i suoni affettati e danzerecci a favore di pop rock dai toni decisamente originali. Merito certo della produzione (in cabina di regia Rick Nowels, Ben Fold, Ricky Reed e nel brano Woman perfino i fiati dei Dap-Kings), ma anche della stessa cantante californiana che se la cava egregiamente dal punto di vista vocale, con una gamma di interpretazioni e sfumature decisamente al di sopra delle produzioni di genere. Una bella (e imprevista) sorpresa.