Visse d’arte, visse d’amore Magda Olivero, che nel corso della sua esistenza ha alternato una prima fase di dedizione assoluta al canto, una seconda di consacrazione esclusiva al matrimonio e una terza di conciliazione definitiva delle sue due più grandi ragioni di vita. Incarnando l’eterno dilemma di ogni donna. Ci ha lasciato lo scorso 8 settembre, a 104 anni, dopo una vita intensa e piena di meritati riconoscimenti.

Nata nel 1910 a Saluzzo (Cuneo), ha iniziato a studiare pianoforte a sei anni, dirottata poi verso il canto dai genitori per la potenza brunita e risonante della sua voce. Un potenza che i suoi primi maestri ritenevano ingovernabile, fino all’incontro con Luigi Gerussi, sotto la cui guida severa e a volte spietata, Magda impara a dominare i suoi talenti. Il debutto avviene nel 1932 a Torino, con un successo tale che dopo appena un anno viene già ingaggiata alla Scala di Milano. Dopo appena nove anni di carriera, nel 1941, sposa l’industriale italo-tedesco Aldo Busch, e per nove anni abbandona le scene, convinta di doversi dedicare esclusivamente al matrimonio.

A richiamarla alla sua vocazione artistica sarà Francesco Cilea che, colpito da malattia nel 1950, esprime il desiderio di vederla ancora una volta nei panni di Adriana Lecouvreur, da sempre uno dei suoi cavalli di battaglia. La dolorosa insistenza del maestro e la mesta consapevolezza che una delle ragioni del suo abbandono del teatro, il desiderio di maternità, non potrà mai essere soddisfatto, la convincono.

Cilea però muore prima di poter assistere alla recita; Magda continuerà a cantare quel ruolo fino a fine carriera, insieme a Bohème, Manon Lescaut, Madama Butterfly di Puccini, Iris di Mascagni, Traviata di Verdi. Nel 1967 debutta negli Stati uniti con Medea di Cherubini, nel 1971 canta alla New York Philarmonic Hall La Voix Humaine di Poulenc, nel 1975, alla tenera età di 65 anni, debutta in Tosca al Metropolitan: in tutti e tre i casi riscuote un successo clamoroso.

Le sue scelte interpretative si fanno via via più chiare: oltre ai ruoli più popolari della tradizione romantico-verista, Magda predilige opere meno note che le consentono di mescolare canto e recitazione, dando sfogo alle sue attitudini drammatiche. Incide molto poco su disco. Come opere complete, solo Turandot e Fedora. Nel 1970 incide un album di arie sacre intitolato Quando il canto è preghiera, e nel 1973 una selezione di arie dall’opera che l’ha consacrata e continua a ripresentarsi sul suo cammino: Adriana Lecouvreur.

Si ritira definitivamente dalla scene nel 1981 interpretando a Verona La Voix Humaine, ma non abbandona mai il canto: nel marzo del 2010, infatti, a 99 anni, canta a Palazzo Cusani a Milano un’aria dalla Francesca da Rimini di Zandonai, sbalordendo il pubblico per la potenza intatta della sua voce. I suoi cento anni vengono festeggiati presso il Teatro Regio di Torino il 14 aprile del 2010, rendendo omaggio alla sua intelligenza e al suo non comune antidivismo.