Ci sono due madri nel nuovo film di Laura Bispuri, appena presentato nel concorso della Berlinale e da oggi in sala, anche se non è della maternità che parla ma piuttosto dell’essere figlie, o meglio ancora della ricerca di affermare un personale modo di essere donne. Figlia mia è un romanzo di formazione che fa coincidere la scoperta di sé con quella di un femminile «aperto», da sperimentare, che come unico «codice» si dà di non averne assumendo la libertà di prendere da quanto coincide con il proprio «genere» ciò che vuole. Non ci sono cavalieri o principi azzurri o...