La Lessinia è un territorio collinare delle Prealpi Venete che culmina con un vasto altopiano prativo inserito nel 2012 dal Ministero delle politiche agricole nel Registro nazionale dei Paesaggi storici rurali. Un territorio che amo e che frequento spesso. Di fatto, la presenza turistica in questo altopiano è da tempo parte importante del tessuto economico. Per secoli le famiglie di boscaioli di lingua germanica stabilitesi lassù quasi mille anni fa hanno praticato una faticosa economia di sussistenza (prati per l’allevamento di mucche da latte, bosco, piccole coltivazioni di cereali, fagioli e patate, cave di pietra, in estate anche vendita del ghiaccio ai signori della città) che ha consentito di vivere. Un equilibrio mantenutosi sostanzialmente stabile, sia pure a prezzo di dolorose emigrazioni, fino al secondo dopoguerra. Poi lo spopolamento rapido e inesorabile al seguito del boom economico. Ora le cose vanno meglio, anche per la presenza di iniziative che cercano di valorizzare il marchio «Lessinia» come sinonimo di qualità, ambiente pulito e genuinità. Per questo gelati, pizze, iniziative culturali (un grandioso Film Festival arrivato a girare la boa della venticinquesima edizione), mobili artigianali, dolciumi, affitti stagionali e molto altro si fregiano della dicitura «Lessinia». Non fa eccezione la ricotta che acquisto nel fornito negozio che si definisce un po’ pomposamente «supermercato» e dove ci si ritrova tutti, villeggianti e locali. Sul coperchio della confezione campeggiano la scritta Latte Lessinia e una mucca sorridente e stilizzata. Sullo sfondo una rassicurante campitura verde e l’immagine di una malga, la struttura secolare di gestione dei pascoli alti a cui le mucche accedono d’estate. Solo a casa noto una minuscola scritta dalla quale apprendo che la sede della ditta è effettivamente nel territorio lessinico, ma che il latte è stato munto in un paese Ue (anzi in «paesi Ue») e che la trasformazione è avvenuta in Italia. Ne deduco che il latte con cui è stata preparata la ricotta proviene da Romania, Ungheria, Polonia, Olanda, Germania. E che la ricotta è stata preparata da qualche parte in Italia. Eppure non mancano in Lessinia esperienze interessanti e virtuose. Come, ad esempio, Quelle del baito, allevatrici di capre e pecore che producono formaggi con latte crudo d’alpeggio (latte-fieno, si dice oggi), nel rispetto degli animali e dei pascoli (www.facebook.com/quelledelbaito).