Il periodo è quello di marzo e aprile 2020. In questi primi mesi dell’annus horribilis, i rapporti sociali sono di colpo mutati. Tra smart-working e stories, tra tele-didattica e il rituale del bollettino epidemiologico, un senso di agitazione e paura si affaccia prepotentemente nella quotidiana sopravvivenza.

L’EMERGENZA SANITARIA ha per sempre modificato le nostre vite: non esisterà più un ritorno alla normalità. In questo scenario c’è stato chi, giorno dopo giorno, ha voluto mettere a profitto i mesi di quarantena, isolandosi da una socialità spettacolarizzata. Facendo leva su un bagaglio esperienziale fatto di formazione politica, cultura del conflitto, partecipazione dal basso e intelligenza stratificata su differenti piani di azione, ha realizzato ex novo, e in controtendenza dati i tempi, un progetto editoriale che ha sancito la nascita di una rivista online: Machina.
L’impegno di chi partecipa alla sua messa in opera e diffusione è chiaro già dal numero zero: la volontà è di contro-narrare quella che un tempo è stata la normalità, analizzare le schizofrenie e le nevrosi attuali, attingere dagli insegnamenti e dai lasciti delle formazioni e dei militanti del passato. Ciò per comprendere e spiegare il marasma delle nostre vite attraverso un instancabile studio, e da una netta collocazione di campo.

MACHINA, precisa il suo editore DeriveApprodi, non è solo una rivista, essa è «un esperimento, un prototipo. È una rete internazionale, una molteplicità di connessioni e ingranaggi, un’impresa collettiva». Machina è un progetto per la condivisione di saperi, che utilizza strumenti di critica sociale e politica servendosi di una freschezza generazionale associata all’esperienza dell’editore e di collaboratori navigati.

IL NUMERO ZERO rende omaggio a Benedetto Vecchi, autore di Una rivolta senza rivoluzione. Leggiamo dal sito della rivista la premessa all’articolo inaugurale: Il testo che qui pubblichiamo di Benedetto Vecchi – responsabile per decenni delle pagine culturali de il manifesto, e tra i fondatori di DeriveApprodi – è un suo inedito. L’ultimo suo scritto, che ci ha consegnato la sera prima di cedere a una malattia contro la quale aveva combattuto a lungo con grande coraggio e dignità. Era stato pensato per il secondo volume di Kritik. Prontuario di sopravvivenza all’agonia del capitale, progetto editoriale poi confluito all’interno di quello, molto più ampio, di Machina. E questo numero zero di Machina a Benedetto dedichiamo, in attesa di poterlo ricordare con un grande evento in suo onore e memoria».


Vecchi e Balestrini. DeriveApprodi con Machina omaggia in apertura anche il suo nume tutelare, Nanni Balestrini, che alla casa editrice ha lasciato la sua opera omnia e che condivideva con Benedetto una grande umanità e arguzia intellettuale.
La rivista (consultabile al sito https://www.machina-deriveapprodi.com/) è strutturata in 18 sezioni, a voler rimarcare intrecci di sensibilità personali che costituiscono l’ossatura di Machina e ne mostrano la sua ricchezza. l temi sono trasversali e spaziano dall’economia alle problematiche del lavoro e della gestione algoritmica dei salariati, dall’ambiente alla ricerca scientifica, dalla crisi della rappresentanza alla formazione politica, dall’immigrazione ai razzismi, dai conflitti di genere alle corrispondenze internazionali.

STORIA, FILOSOFIA, sociologia, arti, cinema e audiovisivi, biografie esemplari, documentazione d’archivio, e ancora altre discipline per restituire uno spazio di discussione che aiuti a comprendere meglio la modernità. L’idea di fondo della rivista è dare respiro alle realtà microsociali, approfondire da più lenti interpretative i dibattiti teorici e le lotte planetarie: è questa unicità che caratterizza il progetto di Machina, e al tempo stesso particolarizza la rivista attribuendogli uno status nel panorama della pubblicistica italiana.

LA DIVERSA PERIODICITÀ delle sezioni compone un calendario che permette la pubblicazione di novità giornaliere, settimanali, quindicinali e mensili. Ogni sezione ha una specifica curatela e la lista degli autori già garantiti, oltre il centinaio sparsi per il mondo, appare come il risultato di un accurato dosaggio tra giovani sconosciuti e nomi noti nel dibattito del pensiero critico.
Il progetto grafico è di Andrea Wohr, la grafica storica delle collane della casa editrice e prima ancora della sua rivista cartacea nata nel 1992. Il coordinamento editoriale è stato affidato a Giulia Page, mentre l’iconografia, che si avvale della partecipazione di molti artisti, è curata da Sergio Bianchi e Roberto Gelini.