Nella Toscana geoentusiasta, c’è un Comune che ha osato dichiararsi «degeotermizzato». A Colle val d’Elsa, nel senese, l’amministrazione ha dato la parola ai cittadini e il risultato è stato un plebiscito di no al geotermico: 1.326 voti contrari, contro appena 94 voti favorevoli. Nella stessa regione dove Slow Food sostiene il cibo carbon free, a un’assemblea ha preso la parola il presidente del consorzio di tutela del Morellino di Scansano che, a nome di 106 aziende vitivinicole, ha espresso la «profonda preoccupazione» per le conseguenze d’immagine negative che la geotermia potrebbe avere su un prodotto d’eccellenza come il celebre vino toscano. Il problema è che quella che a casa nostra è considerata trivellazione rinnovabile negli Usa è chiamata fracking ed è vista come il fumo negli occhi dagli ambientalisti, perché inquina le falde acquifere e provoca micro-terremoti. Hanno torto i sostenitori del geotermico, dunque? Non esattamente. Dipende da come si tira fuori il calore dal sottosuolo. Quel che induce a essere circospetti, quando di mezzo c’è il business, è solo l’eccessivo geoentusiasmo