Amico dei potenti delle autostrade, nemico degli occupanti delle case. Sono i due volti mostrati nella sua azione di governo dal ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, cattolico ala Comunione e liberazione, perno del governo con delega ai progetti faraonici dello Sblocca italia e alla sua guerra ai poveri contenuta nell’articolo 5 del Piano Casa, quello che minaccia di tagliare acqua luce e gas alle occupazioni abitative e nega la residenza a migranti e poveri. È il mix di crudeltà sociale e politica degli interessi emerso nel primo anno del governo Renzi.

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Esponente dell’Ncd, piccolo partito ex berlusconiano ma potente per numero di ministeri occupati, Lupi si è tra l’altro contraddistinto per avere difeso con i denti l’insensato progetto di autostrada Orte-Mestre contenuto nello Sblocca Italia. Trecentonovantasei chilometri che collegheranno il Lazio al Veneto, devastando terreni agricoli e campi coltivati. Costano 9,844 miliardi di euro e rappresentano la più costosa «grande opera» italiana. Da far impallidire il Tav in Val Susa. La sua gestazione è stata complessa, ma Lupi ha maturato un’ossessione. Coltivata sin da quando è diventato ministro alle infrastrutture nell’amplissimo governo Letta quando era ancora un fedelissimo di Berlusconi. Nel novembre 2013 il Comitato interministeriale per la programmazione economica, il Cipe, approvò la mega-opera. Lupi sostenne che l’autostrada rientrava tra le opere infrastrutturali strategiche europee, i progetti Ten-T. Il giornalista economico Luca Martinelli ha ricordato ieri in un articolo su Altreconomia che la Commissione Ue ha negato la rilevanza strategica della Orte-Mestre e ha smentito Lupi. Per la Commissione è solo un intervento «complementare alla rete Ten-T».

Il mostro autostradale è stato inoltre bocciato dalla Corte dei Conti nell’estate 2014 perché l’opera realizzata in «project financing», già prevista dalla Legge Obiettivo approvata da un governo Berlusconi, era finanziata con un aiuto pubblico indiretto da 1,8 miliardi di euro attraverso una defiscalizzazione. Ma il governo non si è scoraggiato e nello Sblocca Italia ha approvato un comma (il quarto dell’articolo 2) che risolve il problema. Convertito in legge a novembre 2014, lo Sblocca Italia ha dato il via libera a un’opera voluta dall’ex eurodeputato Pdl Vito Bonsignore, oggi nell’Ncd, indagato dalla procura di Firenze nell’inchiesta «Sistema» che ha portato in carcere, tra gli altri, il supermanager delle grandi opere Ercole Incalza. Per proteggere la sua direzione alla struttura tecnica di missione che gestisce le grandi opere Lupi sembra fosse disposto a far cadere il suo governo. Secondo l’ordinanza del Gip, Incalza avrebbe favorito l’avvio dell’iter amministrativo del finanziamento e assicurato un trattamento di favore al consorzio Ilia Or-Me che ha proposto il project financing della cosiddetta «Romea commerciale». In cambio il consorzio avrebbe promesso di affidare l’incarico di direzione dei lavori a Stefano Perotti, col quale Incalza «aveva instaurato un rapporto corruttivo». Perotti, agli arresti, ha accumulato 17 incarichi come direttore di lavori di grandi opere. «Chi oggi ha ancora il coraggio di sostenere il sistema delle “grandi opere”, con tutto il corollario di norme straordinarie pensate ad arte per promuoverle ha una responsabilità politica enorme» sostiene la Rete nazionale Stop Orte-Mestre.

Capitolo meno appariscente in queste ore, ma altrettanto importante, è la politica della casa di Lupi. Un fallimento, a guardare i dati sull’andamento degli sfratti nei primi sei mesi del 2014. I nuovi sfratti sono stati 39.427 (di cui 35.257 per morosità), le richieste di esecuzione 74.718, gli sfratti eseguiti con la forza pubblica hanno raggiunto la cifra astronomica di 18.465, quasi 2 mila in più rispetto al 2013, al ritmo di 142 in media al giorno. «Sono fallite le mirabolanti promesse del piano Casa – afferma Walter De Cesaris (Unione Inquilini) – Troppo poche le risorse per il fondo sociale affitti e per la morosità incolpevole, troppo complesse e lunghe le procedure burocratiche per l’erogazione dei contributi, non c’è alcun intervento pubblico che consenta il passaggio da casa a casa».