A Walter Benjamin – avido collezionista di libri per ragazzi – le edizioni sovietiche per l’infanzia non fecero grande impressione, almeno non al tempo del suo soggiorno datato inverno 1926-1927. Riferendo nel Diario moscovita della serata trascorsa da Maximilian Schick, il filosofo si lamenta del fatto che il padrone di casa, in segno di gratitudine per una serie di incombenze che gli aveva chiesto di svolgere in vece sua a Berlino, gli avesse appioppato «una montagna di libri per bambini senza valore né interesse, che non potei tutti rifiutare». Smaccatamente ispirate alla tradizione grafica tedesca, le loro illustrazioni difettavano di...