Si potrebbe partire dalla copertina disegnata da Nicola Napoli per descrivere il festoso universo queer che Andrea Mangia in arte Populous, con il suo ultimo album W (La Tempesta International), vuole trasmetterci. Il moniker che ha portato la musica elettronica italiana sui palchi dei più importanti festival mondiali, dopo Azulejos (2017) compie una scelta innanzitutto politica, decidendo di collaborare solo con artiste.
W sta infatti per women, e se la cronaca nostrana di questi giorni (ma potremmo dire da sempre) ci parla di donne interdette dalle loro libertà, così accade anche nell’emisfero dell’espressione musicale. «Vorrei contribuire, anche solo in minima parte – spiega Poupolous – alla distruzione del concetto di patriarcato che continua a insinuarsi in ogni aspetto della società italiana, compreso l’universo artistico, che per definizione dovrebbe essere più libero e sovversivo. E invece abbiamo ancora troppe “interpreti” comandate dai piani alti della discografia a discapito di troppe poche Artiste con la A maiuscola. Ci sono naturalmente delle eccezioni che, per coraggio e unicità, dovrebbero godere del doppio della nostra stima. In Italia purtroppo manca anche tutta la compagine di artisti LGBT, queer, transgender etc. Insomma, la strada è ancora lunga».

NEI SUOI LAVORI ha esplorato suoni che vengono dall’Africa, dal Sudamerica, Oriente, dai Caraibi o dagli States, la sua è un’azione perennemente tesa alla sperimentazione. In quest’album la geografia è importante, con input dall’elettro-cumbia all’house che arrivano da ogni angolo del pianeta: «Quasi tutte le persone coinvolte nel progetto sono artiste di cui ero fan e con le quali sentivo di avere una visione estetica affine». A parte Myss Keta (consigliatissimo il brano House of Keta) che ormai è a tutti gli effetti una sua musa, ci sono fra le altre Sobrenadar, Kaleema, Sotomayor, L I M, Emmanuelle, Barda o Lucia Manca. Andrea ci racconta un aneddoto con la giapponese Cuushe con cui ha inciso Out Of Space: «Cuushe aveva già collaborato con me in Night Safari (2014, ndr). La nostra Fall era finita sulle scrivanie dei creativi Ikea, che ci chiesero di comporre una musica simile per lo spot di Ikea Japan. Con quei soldi lei e il suo discografico sono venuti in vacanza in Salento e ci siamo finalmente incontrati. Poi da lì è cominciato il suo calvario: è stata vittima di stalking per più di un anno. Questo pazzo è entrato negli uffici della label rubando computer e distruggendo tutto. Ha diffuso online materiale e dati personali finché non è stato arrestato. Ma dopo qualche mese era di nuovo fuori, riprendendo dove aveva lasciato. Lei è stata lontana dalla musica per anni. Era spaventata e traumatizzata. Poi ha deciso di raccontare tutto pubblicamente, con nomi, foto e dettagli inquietanti. Out of space è il primo pezzo che ha scritto dopo quel periodo, parla di rinascita ed è stata davvero contenta quando lo abbiamo finito».