Dopo il superbo lavoro realizzato in coppia con Ramon Moro per il film di Fabio Bobbio I cormorani (Dunque, Superbudda, 2017 distribuito da Audioglobe) il chitarrista torna alla carica con due realizzazioni che forniscono ulteriori conferme rispetto al suo talento inquieto. Rumors (omaggio ironico e irriverente al capolavoro omonimo dei Fleetwood Mac?) è un lavoro che sembra volersi situare al crocevia fra il post-rock di Labradford, Tortoise, le aperture più sperimentali e fratte del maestro Morricone e la tradizione più sotterranea della musica da sonorizzazione italiana.

Inseguendo obliqui fantasmi western come nella traccia iniziale o in Giorni contati (che vede Dario Bruna alla batteria) Spaccamonti crea un universo sonoro espanso, misterioso e sensuale che nella magnifica Seguiamo le api offre un’interpretazione davvero innovativa dell’idea di psichedelia.

Musica a-nostalgica, tutta volta al presente e senza nessun timore reverenziale nei confronti di modelli anglofoni, Rumors, masterizzato da Teho Teardo, ci sembra non solo un disco importante ma anche uno dei candidati più sicuri alle inevitabili liste di fine anno. Procurarsene una copia è d’obbligo considerato che ne sono state stampate solo 300 in vinile. Di tenore completamente diverso il disco realizzato da Spaccamonti in collaborazione con Paul Beauchamp. Torturatori, stampato in un’edizione in magnifico vinile rosso, presenta due lunghe composizioni, una per facciata, che inevitabilmente richiamano alla mente l’universo di John Fahey e di tutti gli altri esploratori whitmaniani che si muovano fra ricerca e tradizioni dimenticate (senza dimenticare i corrieri cosmici krauti).

I due musicisti creano un intricato tessuto di sonorità ultramondane (basti pensare all’utilizzo della musical saw, «sega») che oscilla fra temi ripetuti e costruzioni aperte. Diviso fra una «white side» e una «black side» (lievemente più elettronica), Torturatori è pura musica cosmica rurale; un luogo dove Jack Kerouac incontra lo spirito picaresco del Ian Siclair di London Orbital mentre Edgar Froese siede intorno a un fuoco con John Fahey arpeggiando e sognando. Rumors e Torturatori sono due lavori di straordinario interesse, estremamente riusciti, in grado di mettere in dialogo mondi distanti fra loro nel segno della creatività e della visionarietà.

Due dischi preziosi, che inevitabilmente alimentano già la curiosità (e la brama) nei confronti dei lavori futuri di Paolo Spaccamonti (e soci).