Sono passati trent’anni dal primo maggio del 1994 quando a Imola, festa dei lavoratori, durante il Gran Premio di Formula Uno, Ayrton Senna perse la vita. Una data e un luogo che contengono intrecci di una passione e di un dolore, di una lotta e di una sempre possibile vittoria futura che Giorgio Terruzzi seppe abilmente raccontare in un piccolo libro evocativo e poetico. Pubblicato nel 2014 a venti anni da quel tragico giorno, Suite 200. L’ultima notte di Ayrton Senna (66thand2nd) ritorna alla luce con una nuova prefazione oggi, dieci anni dopo. Così come la memoria di Ayrton Senna, campione atipico, capace di andare ben oltre i confini stretti della mitologia sportiva, resta vivida grazie alla sua incredibile capacità comunicativa umanissima, così il testo di Terruzzi sembra raccontare oggi una storia diversa, una piega nuovamente imprevista data dalla Storia e dai suoi imprevedibili movimenti. In quel 2014 ancora riluceva di Ayrton Senna un ricordo diretto e quindi tragico delle sue imprese sportive, ma anche del suo darsi da fare in una parte di mondo complicata, il Brasile, che lo vedeva assurgere a riferimento assoluto nella mitologia popolare. Suite 200 apparve così come un puntuale omaggio per un campione e anche per uno sport fatto da sempre del mischiare gloria e tragedia, vita e morte in un movimento estremo e assurdo, a tratti quasi voluto. Nel tempo il dolore per la morte del campione si è sciolto in una lucida consapevolezza

OGGI INVECE quella forma di ricordo in parte dolente che attraversa le dense pagine di Giorgio Terruzzi sembra assumere non più solo il sapore acre di un rimpianto, ma offre una storia, che seppur segnata da un terribile finale, rende ora pienamente il suo senso. Nella distanza il dolore si è sciolto in una consapevolezza lucida che rende ancora più chiara ed efficace ai lettori la narrazione. Il libro esula dalla costruzione di una mitologia che non ha bisogno di ulteriori mattoni (e di inutile retorica) e si concentra su quell’umanità specifica che condì la carriera di Ayrton Senna lasciando tracce prima ancora che nei tifosi, negli amici, così come nelle persone che ebbero la fortuna di toccarne il viaggio per lavoro o per coincidenza.

SENNA diviene così il personaggio di un romanzo che dalla realtà evidente di un campione bello e ricco si trasforma nella realtà comune e popolare di chi incrociandolo allora come oggi non può fare a meno che mettere in discussione anche parti di sé. Un’umanità contagiosa che Terruzzi sa cogliere e raccontare mutando un dolore in un racconto morale e intimo. Tra le iniziative editoriali per il trentennale della morte del pilota, si segnala in uscita a fine mese per Minerva Senna. Le verità di Franco Nugnes (allora direttore di Autosprint, oggi direttore di Motorsport). Autosprint è stata la prima testata a denunciare i lavori sul piantone come causa principale della morte del pilota australiano. I fotografi di Nugnes sono stati i primi ad andare sul luogo dell’incidente.