«Oltre che componenti di più ampie circostanze, gli oggetti sono pedane per saltare nell’aldilà, nel mondo dello spirito e in quello dei morti che nella mente rivivono pur senza respirare. Un oggetto fuori contesto è come un relitto sul sabbioso fondo del mare. Intorno a ognuno di essi orbitano gesti, ricordi, idee e sentimenti, come pianeti attorno a quei minuscoli soli». Così Andrea Carandini in una pagina (il capitoletto L’umana conchiglia) del suo volume autobiografico recentemente pubblicato da Rizzoli, L’ultimo della classe. Archeologia di un borghese critico. Carandini attesta qui assai bene la rilevanza primaria dell’oggetto nell’ambito della ratio archeologica...