Ieri a Milano, i funerali di Francesco Saverio Borrelli, morto sabato mattina a 89 anni, si sono celebrati nella chiesa di Santa Croce, vicino a casa sua, dopo la lunga processione di persone che sono arrivate anche da lontano per dare al magistrato l’ultimo saluto nella camera ardente allestita nel Palazzo di Giustizia.

Tra la moltitudine di persone che lo ha omaggiato anche con un lungo applauso all’uscita del feretro, c’era tutto il pool di Mani Pulite e non solo. C’erano Antonio Di Pietro, che ha indossato di nuovo la toga e si è commosso, Piercamillo Davigo, Gherardo Colombo e ovviamente Francesco Greco che è stato allievo di Borrelli e ora è procuratore capo di Milano. E c’era perfino Sergio Cusani, uno degli imputati di Tangentopoli, che ha stretto la mano ai suoi accusatori. Un abbraccio collettivo alla moglie Maria Laura e ai figli Andrea e Federica. In mattinata, nella camera ardente, erano arrivati anche i ministri di Giustizia Bonafede e dei Beni Culturali Alberto Bonisoli. Per il Guardasigilli, Borrelli è stato «un esempio da custodire per le nuove generazioni per il suo contributo alla giustizia e alla democrazia».

«Sei stato così naturalmente didascalico che siamo stati figli fino ad ora e ora siamo orfani. Lo smarrimento è il sentimento più acuto che percepisco», ha detto tra l’altro la figlia Federica in chiesa. E la moglie lo ha ricordato come un uomo rigoroso ma «dolcissimo, se c’era qualche screzio ha sempre riavvicinato tutti».

Perché Borrelli, hanno ricordato nell’omelia, «sognava un’Italia lontana dal malaffare, pulita e bella».