La «notizia» è arrivata dal settimanale brasiliano «Veja» e alcuni grandi quotidiani vi si sono buttati a pesce, anche da noi: l’ex presidente del Brasile Lula da Silva avrebbe avuto il proposito di fuggire in Italia per sottrarsi alla possibilità di arresto per corruzione nel suo paese. «Il piano segreto di Lula», titola la copertina di «Veja» annunciando un servizio esclusivo in cui descrive i passi previsti dall’ex sindacalista, che Dilma Rousseff ha nominato capo di Gabinetto, ma la cui nomina rimane sospesa al parere dei giudici.

Lula ha anche il passaporto italiano per via della cittadinanza della moglie Marisa Leticia, a sua volta indagata per un presunto caso di corruzione nell’acquisto di una casa di lusso intestata ad altri e frutto di tangenti. Dopo aver chiesto aiuto all’Italia, Lula si sarebbe rifugiato nell’ambasciata italiana a Brasilia. Poi, ottenuto un salvacondotto dal Congresso, avrebbe raggiunto l’Italia. La rivista avrebbe speculato su presunte dichiarazioni dell’ambasciatore Raffaele Trombetta, ma l’ambasciata ha smentito. «Fosse l’ultima cosa che faccio, aiuterò questo governo», ha dichiarato Lula di recente. E ha chiamato i militanti alla mobilitazione: contro «il colpo di stato strisciante» organizzato dalle destre con la complicità di una magistratura «schierata» politicamente. Il giudice Sergio Moro, che guida la tangengopoli brasiliana, sta portando in carcere imputati di tutti i settori politici e imprenditoriali per un gigantesco scandalo di mazzette che coinvolge la petrolifera di stato Petrobras.