E’ «la peggiore crisi di rifugiati dalla Seconda guerra mondiale». Al termine della sua visita in Grecia, il commissario Ue all’Immigrazione Dimitris Avramopoulos prende atto della realtà che da mesi ormai è sotto gli occhi di tutti. Le decine di miglia di profughi che sbarcano quotidianamente sulle isole greche, e principalmente a Kos, e che hanno messo in ginocchio il già fragilissimo sistema di accoglienza ellenico rappresentano ormai qualcosa che va ben al di là dell’emergenza. Tanto più se alla masse di disperati che arrivano in Grecia si sommano quelle che sbarcano in Italia: dall’inizio dell’anno fino a oggi sono 134.988 nel primo paese, 102.000 nel secondo, ai quali se si sommano i 2.166 arrivati in Spagna e i 94 a Malta, fanno un totale di 239.248 persone arrivate in Europa in otto mesi, cifra fornita dall’Organizzazione intenazionale per le migrazioni, secondo la quale a fine agosto si sfioreranno i 250 mila sbarchi. Più di un’emergenza, più delle crisi con le quali siamo abituati a confrontarci.
Così dopo settimane di silenzio, anche l’Unione europea alla fine ha dovuto prendere atto di quanto accade lungo le coste greche. E lo ha fatto con Avramopoulos, greco anche lui, sbarcato giovedì ad Atene per fare il punto con sei ministri di un governo Tsipras alle prese con la necessità di far approvare al parlamento l’accordo raggiunto con creditori. «Non c’è una risposta semplice o unica», ha detto il commissario. Né alcuno Stato membro può affrontare la questione in modo efficace da solo. Abbiamo bisogno di un nuovo approccio, più europeo.

Abbiamo bisogno del coraggio collettivo di andare avanti con i nostri impegni, anche quando non è facile, anche quando non sono popolari».
La risposta che per adesso Bruxelles dà sono un po’ di soldi, neanche tanti e comunque ponendo condizioni precise. Complessivamente Avramopoulos ha promesso 32,74 milioni di euro, 30 dei quali saranno disponibili quando il governo greco renderà operativa l’autorità di gestione degli aiuti. Altri 2,74 milioni di euro dei fondi di emergenza andranno invece all’Unhcr, l’Alto commissariato Onu per i rifugiati, impegnata nell’assistenza ai profughi nelle isole dell’Egeo orientale. Inoltre scatterà il meccanismo di protezione civile europeo sempre per l’assistenza umanitaria dei migranti. Avramopoulos ha poi invitato gli Stati membri a mettere a disposizioni mezzi aerei e navali per Poseidon, la missione di pattugliamento e controllo della coste greca analoga a Triton. «Invito tutti gli Stati membri a rispondere rapidamente a questa richiesta e a mostrare solidarietà», ha aggiunto.
Ieri a Kos, l’isola più interessata dagli sbarchi, è arrivata la nave inviata dal governo greco e che dovrà fungere da centro di registrazione dei migranti presenti sull’isola. In questo modo si dovrebbero velocizzare le procedure che al momento si svolgono solo all’interno dell stadio. Ma anche una maniera con cui il governo spera di evitare che si ripetano gli scontri visti nei giorni scorsi tra migranti e poliziotti. E in un vertice che si è tenuto ieri ad Atene al ministero degli Interni, presente anche Avramopoulos, il ministro della Salute ha annunciato che metterà a disposizione un edificio a Leros, adibito in passato per ospitare disabili, per dare accoglienza ai profughi. c.l.