“Abbiamo cominciato ad immaginare cose impossibili“: così Daniele Roccato racconta gli inizi, dieci anni fa, del progetto Ludus Gravis, nato grazie al suo incontro con lo scomparso Stefano Scodanibbio. Otto contrabbassi, un assetto unico, alla ricerca di infiniti suoni ancora da scoprire. Come quelli simili ad ance celesti o ad un ritmico respiro di Minima Colloquia- Vilma’s Memories, dove le ombre di Johann Sebastian Bach e Steve Reich si incontrano intonando un canto all’estasi della ripetizione, guardando il pianeta e le cose umane da distanze al tempo stesso intime e siderali. “Non c’è nessuna idea di storia lineare nella mia...