«Un film lo fai perché ami i personaggi, perché ami gli attori che interpretano quei personaggi. All’inizio non ti poni domande tematiche. A posteriori, penso che Bones and All sia una fiaba sulla solitudine dell’esistere e, contemporaneamente, sul desiderio di spezzare questa solitudine attraverso l’essere guardati da un altro. Forse di tutti i miei lavori, questo è quello che affronta in modo più diretto il tema della solitudine». Lontano dai tappeti rossi, dagli appostamenti e dagli inseguimenti alla star, insomma distanti dai clamori del Lido, dove Bones and All era stato proiettato in concorso alla Mostra di Venezia con relativo...