L’epoca di Richard Strauss si muove su un crinale, affacciata da un lato verso una modernità matura, fatta di sperimentazioni compiute e forme canonizzate, affamata di realtà e di denotazione, e dall’altro verso il neonato modernismo, fatto di ricerche appena iniziate e forme in progress, avida di bellezza e di connotazioni. La sua musica si sforza di amalgamare i modelli della tradizione tonale con gli sconfinamenti coevi nell’atonalità, il descrittivismo ottocentesco con la resa al più puro asemantismo delle avanguardie, producendo equilibri sempre mutevoli e dall’aspetto portentoso. NE È UN ESEMPIO Die ägyptische Helena (1928), quinto capitolo della collaborazione con...