Nato il primo giorno di primavera e morto suicida in una fredda notte di gennaio con un colpo di pistola alla tempia – come narrarono le cronache dell’epoca – Luigi Tenco rappresenta una delle prime tragiche volte che negli anni Sessanta segnarono l’Italia repubblicana. Anni di euforia e di liberazione (economica) che lasciarono sul campo parte di un pensiero critico che veniva dagli anni della Resistenza, per abbracciare un boom subito tradotto all’italiana in miracolo. Luigi Tenco rappresentava una voce poetica minoritaria che negli anni si sarebbe imposta più per la forza della sua poesia che per una presunta mitizzazione...