C’è caldo. C’è Lucifero. In città si muore. Le poche ore passate giovedì in città sono state asfissianti e sudate. Un vago refrigerio in una piazza a Trastevere proveniva da un tombino sbucacchiato da cui fuoriusciva aria fresca senza un perché. Sotto casa mia, in un vicolo isolato, un barbone dall’aria familiare aveva astutamente attaccato un tubo di gomma ad una fontanella e innaffiava se stesso dalla testa ai piedi con notevole goduria (dopo mezz’ora sono ripassata e stava ancora lì: un senzatetto decisamente pulito).ù Nel 1989, durante il mese di agosto andai a Londra col mio fidanzatino: appassionati di...