Premessa: ogni uscita discografica di Beyoncé non è un semplice disco. È una sorta di kolossal che coinvolge a più livelli autori (qui addirittura 120..), creativi, produttori e quant’altro. Così il «leak» che ha permesso l’uscita anticipata di alcune tracce «di elevata qualità sonora» come ha scritto Variety, di Renaissance (Pardwood Entertainment/Columbia Records) – il suo settimo disco in studio arrivato sei anni dopo l’uscita di Lemonade, ha determinato scoramento fra i fan e mandato su tutte le furie la superstar americana e il suo entourage. Eh, sì perché le sedici canzoni che compongono questo vorticoso viaggio nella storia della black music non sono solo un arcobaleno danzereccio, ma un curioso e variopinto puzzle sonoro che si fa celebrazione dell’era dei club.

NON È UN CASO che Beyoncé seminuda in copertina su un argenteo cavallo di cristallo, citi non solo Lady Godiva ma soprattutto l’immagine iconica di Bianca Jagger che entra in sella a un destriero bianco nello Studio 54. Un progetto che vorrebbe – simbolicamente – fungere da «luce» dopo i due anni oscuri della pandemia: «La creazione di questo album mi ha permesso di sognare e trovare una via di fuga durante un periodo spaventoso per il mondo – spiega la stessa Beyoncé impegnata per tre anni nella realizzazione di Renaissance – Mi ha permesso di sentirmi libera e avventurosa in un momento in cui poco altro si muoveva. La mia intenzione era quella di creare un luogo sicuro, un luogo senza giudizio. Un posto dove essere liberi dal perfezionismo e dal pensiero eccessivo. Un posto dove urlare, liberarsi, sentire la libertà. Unviaggio di esplorazione». Testi sensuali, quasi erotici – e non fatevi trarre inganno da America has a problem dove la politica fa capolino, ma solo nel titolo. In questo «viaggio di collaborazioni» ha coinvolto nomi nuovi e antiche certezze dello show business, tra cui The-Dream, Nile Rodgers, Nova, No Id, Raphael Saadiq, Mike Dean, Honey Dijon, Chris Penny, Luke Solomon, Skrillex, Beam, Big Freedia, Tems.

La creazione di questo album mi ha permesso di sognare e trovare una via di fuga durante un periodo spaventoso per il mondo

E HA «SCOMODATO» due star come Grace Jones – con cui duetta in una delle tracce più riuscite del disco Move, e Donna Summer il cui fantasma viene evocato, costruendo intorno a diversi sample estratti da I feel love, la conclusiva Summer renaissance «omaggio» alla regina del disco scomparsa dieci anni fa. E non è la prima volta; Beyoncé aveva già celebrato la regina della disco nel 2003, in Naughty Girl, dov’era citata Love to Love You Baby. Nessun video – sembra quasi un paradosso per l’inventrice del ««visual album» del precedente Lemonade, un «suggerimento» ai fan di non essere spettatori ma ascoltatori e di non limitare quindi l’immaginazione con supporti visivi.