Alcuni figli di desaparecidos rubati ai loro genitori durante la dittatura potrebbero essere stati adottati nel nostro Paese e oggi frequentare le nostre università L’Ambasciata argentina a Roma lancia una campagna attraverso il sistema universitario per il ritrovamento di figli di desaparecidos in Italia. Alcuni ragazzi dati in adozione durante la dittatura potrebbero oggi risiedere nel nostro Paese. Ormai i bambini di allora sono ragazzi tra i 33 e i 37 anni circa. «Sei argentino e hai dei dubbi sulla tua identità? Conosci un giovane argentino che possa avere dubbi sulla sua identità? Contatta il Consolato argentino più vicino a casa tua o l’ambasciata argentina in Italia, sezione diritti umani» (dirittiumani@ambasciatargentina.it oppure tel. al 06.48073300).

I militari argentini nel passato regime (1976-1983) non solo hanno sequestrato, torturato e ucciso migliaia di persone, hanno anche fatto sparire i loro corpi e si sono appropriati dei loro figli. Quando scoprivano che la ragazza sequestrata era incinta i militari la trattenevano fino a quando partoriva. Poi gli si sottraeva il bimbo, che con documenti falsi e cambiando luogo e data di nascita veniva dato in adozione ad altri militari o complici. Della madre non si sarebbe mai saputo più nulla, uccisa o gettata viva in mare: desaparecida. Sono arrivati perfino a torturare bambini per far parlare i genitori. Gli autori di queste violenze ancora sotto processo, in carcere o ormai morti, come il caso dell’ex generale Jorge Videla non si sono mai pentiti. Cattolici fondamentalisti, pensavano in questo modo di salvare il paese dal pericolo del comunismo ateo. Volevano salvare i ragazzi, annullarne l’origine ed inventare una falsa identità per redimirli dal peccato. La madre riceveva una «morte cristiana», così la chiamavano i preti che collaboravano con i militari al potere. Le Abuelas di Plaza de Mayo calcolano che almeno 500 bambini sono stati vittime di queste pratiche. La tenace azione delle Nonne, le associazioni di diritti umani e dal 2003, il governo Kirchner, che ha fatto di queste vicende una ragione di Stato, sono riusciti a ritrovare 107 nipoti. Ormai le Nonne di Piazza di Maggio hanno compiuto 36 anni di ricerca dei loro nipoti. Anche se processati, condannati e molti di loro in prigione, i militari non hanno mai rivelato il destino finale dei desaparecidos né mai cooperato con i familiari per il ritrovamento dei bambini.

Domani 27, Estela Carlotto a Roma Tre

Questi figli che mancano sono molto probabilmente ignari della violenza di cui sono vittime inconsapevoli. Altri, che hanno recuperato la loro identità, raccontano di averlo sempre sospettato e che un giorno si sono avvicinati a quelle donne anziane per poi ripartire con una loro seconda vita. La scelta di cercare anche in Italia è motivata da fondati sospetti. Se hai dubbi sulla tua identità attraverso la sezione diritti umani dell’Ambasciata argentina, che garantisce la massima riservatezza, si possono spedire campioni di sangue alla Banca di dati Genetici argentina, che raccoglie le mappe genetiche di tutte le famiglie che hanno bambini ancora desaparecidos.

Per lanciare questa campagna attraverso il sistema universitario italiano, Estela Carlotto, presidente delle Abuelas de Plaza de Mayo sarà a Roma Tre. L’appuntamento e per mercoledì 27 novembre 2013 alle ore 11 Aula Magna della Scuola di Lettere Filosofia Lingue, via Ostiense 236, Roma.