C’è un’immagine di Ken Loach che a Cannes affiora sempre alla memoria non appena la presenza di un suo nuovo film è annunciata in concorso. Il regista inglese, seduto in un bar dalle parti del porto, con la sua squadra di collaboratori, avvolto da una nube di fumo quasi impenetrabile (all’epoca si fumava ancora nei locali pubblici), a seguire una partita di calcio su un televisore. Birra, urla, tifo. E i francesi che prendono in giro l’inglese perché la sua squadra è sotto di qualche gol. A ben vedere, il precipitato del mondo di Loach, lontano dalle discussioni cinefile e...