Leonardo Lidi, uno dei registi più interessanti della nuova generazione (e non a caso promosso già vicedirettore della scuola per attori di Torino), ci ha in qualche modo abituato a una continua variabilità di riuscita nelle sue realizzazioni. Spesso affascinanti e «perfette» nella loro composizione, talvolta giocate su piani che disorientano e restano di dubbia comprensibilità. Dopo la “perfezione” quasi geometrica della strindberghiana Signorina Giulia (e perfino di uno sportivo ripescaggio dannunziano), gira ora in tournée un suo clownesco Zoo di vetro prodotto dal Lac di Lugano. Tennessee Williams scrivendolo ne aveva fatto una metafora delle insicurezze e delle false...