C’è un fascicolo aperto per istigazione al suicidio a carico di ignoti per la morte di Tancredi Tarantino, giornalista investigativo morto una settimana fa, lunedì primo aprile, alla periferia est di Milano, investito da un treno della metropolitana lungo la linea M2, che lì corre in superficie. Quarantasei anni, originario di Marsala, in provincia di Trapani, Tarantino, profondo conoscitore dell’America Latina (dove aveva vissuto a lungo, in Ecuador), era presidente dell’associazione ReCommon, che lotta contro gli abusi di potere e il saccheggio dei territori per creare spazi di trasformazione nella società.

Nella giornata di ieri, dopo che la famiglia aveva evidenziato la volontà di comprendere a fondo le regioni della tragedia che ha portato alla sua morte è emersa la notizia che il pm milanese di turno nel giorno di Pasquetta, Roberta Amadeo, ha aperto un fascicolo per il reato descritto all’articolo 580 del Codice penale, punito con la reclusione da cinque a dodici anni.
«Cercheremo di capire cosa gli sia veramente accaduto. Tancredi non avrebbe mai voluto che sua figlia e i nostri genitori provassero un dolore così grande», ha scritto il fratello Germano Tarantino in una lettera pubblicata dal portale Tp24.it.

Dietro l’incidente, sospettano i familiari, potrebbero esserci motivazioni da accertare legate alle attività professionali di Tancredi Tarantino, che era impegnato in varie parti del mondo anche sul fronte dell’anticorruzione. Le indagini sono affidate al nucleo investigativo dei Carabinieri, i quali stanno convocando le persone informate sui fatti, in particolare tra i colleghi, i parenti e gli amici del giornalista. La Procura ha inoltre disposto gli esami autoptico e tossicologico, che si svolgeranno nei prossimi giorni. Gli investigatori dovranno analizzare anche il pc e il cellulare di Tancredi Tarantino, oltre ai video di Atm: sarà l’analisi delle immagini delle telecamere di sicurezza, di tutti i supporti informatici acquisiti e l’esito dell’autopsia e degli esami tossicologici a fare luce sulla morte.

Sabato a Marsala, presso la sede dell’associazione l’associazione «Finestre sul mondo», si è tenuto un incontro molto partecipato per ricordare la figura di Tancredi Tarantino. Tra le proposte fatte nel corso dell’assemblea, anche quella di chiedere al Comune di Marsala di dichiarare lutto cittadino per il giorno dei funerali, la cui data è ancora da stabilire, ma anche di pubblicare una raccolta degli articoli di Tarantino. «Tancredi era una di quelle persone brillanti che ripudiava le ingiustizie ed era concreto, perché “bisogna almeno provarci” e che si è speso per questo per quasi 30 anni», ha ricordato il fratello, mentre in tutta Italia si moltiplicano i messaggi di cordoglio e solidarietà, come quelli dell’associazione Mani Tese (per cui aveva lavorato come desk America Latina) e della redazione di Nigrizia, la rivista mensile dei missionari comboniani italiani sull’Africa e gli africani nel mondo.