Ore 8,30. La campanella suonerà stamattina per 69.603 studenti all’ultimo anno dei licei che faranno da cavie per l’esperimento voluto dal ministero dell’Istruzione. Questi ragazzi si presenteranno nelle aule delle facoltà di medicina in tutto il paese per compilare i test di accesso a medicina prima di avere affrontato l’esame di maturità. I posti a disposizione sono pochi: solo uno su otto di loro, 7.918, potrà iniziare a frequentare le lezioni a settembre. Proporzioni simili ci sono a Veterinaria e Architettura dove le prove si svolgeranno domani e dopodomani.

Una situazione inedita in Italia, e senza precedenti anche in altri paesi europei: ancora prima di avere completato il ciclo di studi secondari, migliaia di maturandi sono stati costretti a studiare per superare i test, dopo avere speso gli ultimi mesi nella totale confusione: prepararsi per la maturità di giugno oppure per i test di aprile? E la facoltà scelta sarà quella giusta? A complicare le cose ci sono anche i continui cambi di normativa che si sono alternati dal 2012, a seconda dei pareri dei numerosi ministri che hanno frequentato le stanze di viale Trastevere. Il caos è iniziato con Francesco Profumo che aveva anticipato i test. Il successivo ministro Carrozza li ha posticipati avvertendo che nel 2014 sarebbero tornati ad aprile. Ciò che rende ancora più irreali queste prove è il bonus maturità. Il punteggio che doveva sommarsi ai risultati del test è stato abolito da Carrozza, dopo un’incredibile serie di decisioni e contro-decisioni che sfociarono nella sua abolizione mentre gli studenti si sottoponevano alle prove nel settembre 2013. L’attuale ministro Stefania Giannini ha mantenuto l’abolizione, ma ha detto che il percorso scolastico dell’alunno dovrebbe essere valutato. Ancora non si conoscono i dettagli.

In attesa delle decisioni postume da parte delle sfere superiori, oggi 69.603 studenti siederanno tra i banchi senza sapere se, come e quando le loro prove verranno valutate rispetto alla maturità di giugno e luglio. «Continuare con i programmi ordinari e la preparazione alla maturità durante i mesi dei test d’ingresso è impossibile – conferma Roberto Campanelli dell’Unione degli Studenti – con questo meccanismo contraddittorio si dequalifica il diploma e si rendono più escludenti i test d’ingresso». «Anticipare i test è ingiusto – sostiene Alberto Irone della Rete degli studenti medi – Così la scuola dell’obbligo non dà gli strumenti per superare un concorso pubblico».

Stamattina gli aspiranti dottori troveranno all’ingresso delle facoltà di Roma Sapienza, Torino, Firenze e Siena, Bologna e Bari e molte altre gli studenti della Rete della Conoscenza. Insieme a quelli dell’Unione degli Universitari, conducono una furibonda battaglia per l’abolizione del numero chiuso in nome della libertà di accesso ai saperi e della Costituzione. L’Ordine dei medici e l’Associazione giovani medici lo difendono perché, a loro avviso, è utile per evitare il precariato dilagante tra i dottori. Per gli studenti, invece, la causa del precariato sta nei tagli alla sanità al collasso. «Da qui al 2018 mancheranno 20 mila medici» ricorda Alberto Campailla di Link. Per smontare il numero chiuso, l’Udu propone una guida al test sicuro e l’App per smartphone ad essa collegata. L’associazione promette battaglia dopo avere già impugnato il test di indizione delle prove.