Luigi Gallo, deputato del Movimento 5 Stelle ed ex presidente della commissione cultura, è stato nello scorso novembre il portavoce del gruppo Parole guerriere alla discussione che ha chiuso gli Stati generali. A lui chiediamo un giudizio sulla crisi nel M5S e lo scontro in atto. «Sono sincero – premette Gallo – Ero convinto che il dialogo tra Grillo e Conte fosse più avanzato».

Cosa non si aspettava del discorso di Grillo di giovedì scorso?
Non mi ha stupito Grillo. Lo conosco da più di venti anni e mi sembra sempre lui, in forze, con entusiasmo e una gran voglia di cambiare questo paese. Sappiamo che il suo è un entusiasmo contagioso. Mi stupisce che dopo tanti mesi non si siano affrontati nodi politici importanti. Di sicuro il M5S ha bisogno di Grillo anti-sistema, radicale, con attenzione agli ultimi e ad una crisi ambientale senza fine e di Conte pragmatico, istituzionale, che sa di dover arginare conflitti che oggi in questo contesto storico portano a nuovi egoismi e a nuovi isolamenti che sono in questo momento le ricette più sbagliate per i cambiamenti necessari.

Voi parlamentari avete letto la bozza di statuto scritta da Conte?
No, per quello che sappiamo l’ha letta solo Grillo. Sarebbe utile dar vita ad un gruppo costituente democraticamente eletto e guidato da Conte che trasformi la bozza in uno statuto definitivo per il M5S.

La crisi nel Movimento 5 Stelle avrà ripercussioni sulla scelta di stare nella maggioranza che sostiene il governo Draghi?
Quello che sta accadendo non riguarda il governo ma reputo l’atteggiamento dei media su questo tema intimidatorio. Se il M5S rivendica un ruolo politico sui temi ambientali, sul lavoro, sulla giustizia, sull’etica pubblica ha tutto il diritto di farlo proprio perché sostiene questo governo ed è la forza politica più grande della maggioranza. Io credo che una sterzata visibile bisogna darla sulla transizione ecologica, affinché questa non venga usata per gli interessi dei grandi gruppi industriali.

Voi di Parole guerriere sostenevate una trasformazione del M5S verso una organizzazione più stabile e per certi versi più tradizionale. È lo stesso processo al quale stava lavorando Conte e che adesso corre il rischio di interrompersi?
Ho rappresentato Parole guerriere per gli Stati generali del M5S per chiedere più democrazia interna e un Movimento più radicato sui territori. Un obiettivo raggiunto dalle conclusioni e votazioni di tutti gli iscritti. Grillo ha raccontato che Conte ha elaborato una struttura più articolata, regionale ma allo stesso tempo di respiro internazionale. Credo quindi che la direzione sia giusta purché vinca la democrazia interna. Poi ci sono i nodi politici, lì è tutto un altro discorso.

A quali nodi si riferisce?
Io penso che dobbiamo sciogliere le ambiguità. Il M5S sceglierà posizioni radicali sui temi dell’ecologia, delle lobby, degli esclusi? Visto il fallimento di alcune scelte su scuola e cultura il M5S le ridiscuterà? Siamo nati come Movimento di critica al Pil, diventeremo una forza politica che asetticamente abbraccia la crescita quantitativa dell’economia senza preoccuparci di mettere in discussione un modello che continua a distruggere il nostro ambiente e a produrre sempre più poveri? Siamo nati come Movimento anti-sistema, resteremo tali nei confronti dello strapotere delle multinazionali in Italia e nel mondo? Dobbiamo usare il tempo per uscire da questi snodi, il destino individuale di ognuno di noi ha un peso irrilevante rispetto al destino del paese e del pianeta di fronte ai disastri ambientali e le sfide del futuro che stanno facendo impazzire la vita e la società così come la conosciamo.