Depenalizzazione dell’autocoltivazione di marijuana per uso ricreativo in forma personale o associata, sul modello dei Social club spagnoli, e depenalizzazione della detenzione di cannabis per uso personale; innalzamento del quantitativo di Thc contenuto nella cannabis light commercializzabile legalmente (da 0,2% a 1%). È quanto previsto dal disegno di legge presentato al Senato da Matteo Mantero, uno dei cinque senatori del Movimento 5 Stelle dissidenti rispetto al decreto Sicurezza, e rilanciato dal blog di Beppe Grillo.

Non è esattamente quanto promesso in campagna elettorale dai grillini, non è affatto quanto sollecitato dalla Direzione nazionale antimafia (contrariamente a quanto sostiene il senatore Mantero) e non è certo il testo proposto dall’Intergruppo parlamentare presieduto da Benedetto della Vedova (a cui aderirono molti pentastellati, da Di Battista a Fico a Di Maio) che normava la legalizzazione di tutta la filiera di produzione, trasformazione e commercializzazione della cannabis, e non solo dell’autocoltivazione, sul modello di molti Stati esteri come il Canada, il Colorado, Washington, l’Oregon, l’Alaska, il distretto di Columbia e recentemente anche la California. Come caldeggiato, appunto, dai magistrati antimafia. E men che meno assomiglia alla proposta di legge di iniziativa popolare depositata nel 2016 da Radicali Italiani e dall’Associazione Coscioni che, in più, decriminalizza anche l’uso di tutte le altre sostanze stupefacenti.

Ma sarebbe pur sempre un inizio. Peccato però che probabilmente il ddl non andrà più lontano dell’annuncio: «Le proposte sulla legalizzazione dell’uso della cannabis non sono concordate. Si tratta infatti di un tema che non è nel contratto del governo e che non è nell’agenda della Lega – chiude il discorso il ministro per la Famiglia e le Disabilità, Lorenzo Fontana, che detiene la delega alle “politiche antidroga” – Ci sorprende quindi che vengano presentati disegni di legge che sembrano più provocazioni che altro». Il ministro leghista si riferisce anche ad altri due diversi ddl depositati qualche mese dal senatore pentastellato Lello Ciampolillo che prevedono la depenalizzazione della coltivazione di 4 piante di marijuana, per uso terapeutico in uno dei due testi e ricreativo nell’altro.

Mantero spiega il perché della sua iniziativa direttamente dal blog di Grillo: «In molti sono d’accordo che sia insensato perseguire chi si fuma uno spinello, visto che la marijuana non fa male come invece l’alcool e il tabacco. Anzi, secondo una ricerca pubblicata sulla rivista “Scientific Reports”, affiliata di Nature, l’alcool ha un indice di pericolosità 114 superiore alla cannabis, seguito da eroina, cocaina e tabacco. Storicamente – prosegue Mantero – non è mai stata registrata alcuna morte dovuta all’uso di derivati della canapa». Il senatore 5 Stelle ricorda che «le organizzazioni criminali controllano la produzione, la trasformazione e la vendita di ogni tipo di sostanza proibita, i trasformatori e gli intermediari», e che la «Dna nella sua relazione annuale del 2015 diceva che dalla cancellazione del reato di produzione e vendita delle droghe leggere, che rappresenta più della metà del mercato degli stupefacenti, il risparmio generato ammonterebbe a quasi 800 milioni di euro». Un mercato però difficilmente scalfibile solo con l’autocoltivazione.

Nel testo depositato dal senatore Mantero è prevista la non punibilità della coltivazione personale di un numero massimo di tre piante di marijuana di sesso femminile, quelle che producono le cime psicoattive, e la coltivazione in forma associata «attraverso enti senza fini di lucro, sul modello dei cannabis social club spagnoli cui possono associarsi solo persone maggiorenni e residenti in Italia, in numero non superiore a 30». Il tutto previa «comunicazione all’ufficio della Prefettura». Inoltre, secondo la proposta, nel testo unico 309/90 verrebbe annoverata tra le condotte lecite la detenzione «non subordinata ad alcun regime autorizzatorio» di una piccola quantità di cannabis: 15 grammi in casa e 5 grammi fuori. Resta invece sanzionabile il piccolo spaccio di cannabis (contrariamente a quanto promesso), anche di «quantità inferiori ai limiti stabiliti». Viene invece depenalizzata la cessione gratuita a una persona maggiorenne di «una modica quantità di cannabis inferiore ad un grammo e dei prodotti da essa derivati» purché nei limiti di quantità massima e nelle modalità consentite.

Alla proposta plaudono i Radicali italiani mentre il Pd è ancora fermo a «non ci sono droghe di serie A e B, sono tutte pericolose», come afferma Stefano Pedica che chiede un referendum prima di legiferare «su un tema così importante». Niente paura, Salvini ha già deciso: «Non c’è sul contratto».