Approda oggi in aula alla Camera per la discussione generale la riforma della cittadinanza che introduce il cosiddetto ius scholae, la possibilità per i ragazzi figli di genitori stranieri di avere la cittadinanza italiana al termine di un ciclo scolastico. Nella tarda serata di ieri la Commissione Affari costituzionali ha votato il mandato al relatore della legge, il presidente della Commissione Giuseppe Brescia (M5S) a riferire in aula con il voto a favore di Pd, M5S, Leu e Italia Viva mentre Forza Italia, che finora ha sostenuto la legge, ieri si è spaccata, con Renata Polverini, da sempre favorevole alla riforma, che ha votato a favore e Annagrazia Calabria contro.

Via libera anche alle ultime modifche. Le principali prevedono che il ministero del Lavoro, in accordo con il ministero dell’Istruzione, stabilisca con un decreto i requisiti essenziali che gli istituti di istruzione e formazione professionale devono garantire ai fini dell’idoneità al rilascio della cittadinanza. Inoltre non sarà più necessario che a presentare la richiesta di cittadinanza per un minore siano entrambi i genitori, ma sarà sufficiente che a farlo sia anche solo uno dei due. Nel corso dell’esame sono stati bocciati tutti gli emendamenti presentati da Lega e Fratelli d’Italia, grazie anche alla scelta fatta di Forza Italia di appoggiare la nuova legge.

Sono più di 800 mila i giovani figli di immigrati nati in Italia o che vi sono arrivati prima di aver compiuto i 12 anni, e per questo interessati alla riforma. Ragazzi cresciuti fianco a fianco con i loro coetanei italiani con i quali condividono spesso il dialetto, le stesse passioni ma non gli stessi diritti.

Da oggi si comincia dunque a discutere la riforma alla Camera, dove sempre oggi è previsto anche l’arrivo del disegno di legge per la coltivazione domestica della cannabis. «Finalmente di va in aula davanti a tutti gli italiani per iniziare a saldare un debito con migliaia di ragazzi che si sentono italiani ma che non sono riconosciuti come tali dallo Stato», ha detto al termine della votazione il presidente Brescia. «Lo ius scholae è una risposta pragmatica e semplice a una richiesta di cambiamento. Non toglie nulla a nessuno, ma aggiunge e crea le condizioni per una società più giusta e inclusiva».

Dal punto di vista politico mentre il centrosinistra finora si è mantenuto compatto (a favore della legge sono Pd, M5S, Italia viva e Leu), il centrodestra si è spaccato con Forza Italia che fino all’ultimo ha mantenuto una posizione favorevole alla legge. Il voto di ieri sera, con le due parlamentari schierate su posizioni contrapposte, è l’annuncio di un possibile riposizionamento del partito di Berlusconi.

Intanto c’è anche chi ha scelto di non aspettare più i tempi del parlamento. E’ il caso del Comune di Bologna il cui consiglio comunale ieri ha introdotto due modifiche del proprio Statuto per introdurre il principio dello ius soli, riconoscendo la cittadinanza onoraria a bambini di genitori stranieri nati in Italia, oppure nati all’estero ma che abbiano completato un ciclo scolastico.