La moglie di Liu Xiabo, il Nobel per la pace cinese deceduto un anno fa nell’ospedale del carcere in cui era rinchiuso, è arrivata in Germania.

DA ANNI AGLI ARRESTI domiciliari, pur senza alcuna imputazione, malata e distrutta da una vita passata a subire le angherie del governo cinese, Liu Xia ha ottenuto la possibilità di partire dalla Cina e riparare in Germania, dove potrà essere curata e godere di quella libertà di cui Pechino l’ha quasi sempre privata nel corso della sua vita. Il suo matrimonio con Liu Xiaobo, infatti, è stato scandito negli anni da condanne, problemi con la giustizia e la polizia, infine la malattia.

IL MARITO NON ERA RIUSCITO a ottenere la possibilità di curarsi altrove – aveva un cancro al fegato – morendo così nell’ospedale del carcere che lo ospitava per una condanna a 9 anni per attività «sovversive», secondo la giustizia cinese. A nulla era valso il Nobel per la pace ottenuto nel 2010: Liu Xiaobo dal carcere non aveva potuto ritirarlo, così come i membri della sua famiglia, moglie compresa. La sedia vuota a Oslo fece il giro del mondo ma non valse alcun beneficio per la coppia. Liu Xia, poetessa e attivista cinese, per la portavoce del ministero degli esteri di Pechino, avrebbe lasciato il paese «di sua volontà».

BENCHÉ LE POSIZIONI politiche della coppia, soprattutto quelle di Liu Xiaobo, siano sempre state molto «occidentali», la loro vicenda mette il dito nella piaga dell’ottusità di un sistema, quello cinese, che nonostante le prospettive di grandezza, ancora oggi non riesce a tutelare la libertà d’espressione dei suoi cittadini.