Finiti i cinque giorni di cessate il fuoco, sono ripresi i bombardamenti sauditi contro lo Yemen. Ieri mattina all’alba i raid anti-Houthi hanno colpito il porto della città meridionale di Aden, capitale ad interim del governo ufficiale, occupata dal movimento ribelle sciita a marzo. Un cessate il fuoco instabile, secondo Riyadh più volte violato dagli sciiti che avrebbero aperto il fuoco contro i fedelissimi del presidente Hadi.

A quasi due mesi dall’inizio dell’operazione “Tempesta Decisiva”, i Saud continuano nella loro personale battaglia agli Houthi e all’Iran, accusato di esserne il finanziatore. Inascoltati restano gli appelli Onu alla tregua. Fallito anche il tentativo di dialogo promosso nella capitale saudita a cui hanno preso parte centinaia di leader tribali e politici yemeniti: gli Houthi non si sono presentati, considerando inaccettabili la precondizione al dialogo, ovvero il ritorno di Hadi.

A pagare lo scotto della guerra saudita è la popolazione civile, a cui ormai manca tutto: cibo, medicinali, acqua potabile. A sfidare il blocco navale imposto da Riyadh (e che impedisce fisicamente l’arrivo di aiuti umanitari) è proprio Teheran: ieri un cargo iraniano che trasporta 2.500 tonnellate di aiuti ai civili ha preso la via per lo Yemen in cui dovrebbe arrivare tra due giorni, nel porto di Hodeidah, controllato dai ribelli Houthi. A protezione del cargo, fa sapere Teheran, ci sarà la marina iraniana. Rendendo lo scontro diretto più vicino.