L’Iran non ci sta e avverte delle conseguenze di un intervento internazionale in Siria. In particolare il protavoce del ministero degli Esteri, Abbas Araghchi ha ribadito che, in caso intervento militare contro Damasco, «le conseguenze non saranno limitate alla Siria, ma travolgeranno l’intera regione». Araghchi ha aggiunto che esistono «prove» della responsabilità dei ribelli siriani nell’uso di armi chimiche e che sono state «presentate dalla Russia al Consiglio di sicurezza» dell’Onu. Dal ministero degli Esteri iraniano si fa sapere che sarebbe gradito che «i leader di Stati Uniti e di alcuni paesi europei si dimostrassero sufficientemente saggi da non intervenire in Siria soprattutto senza l’autorizzazione del Consiglio di sicurezza». Lo stesso ministro degli Esteri Mohamed Javad Zarif ha ricordato che «l’uso di mezzi militari avrà pesanti conseguenze non solo per la Siria». Le dichiarazioni sono state rilasciate da Zarif a margine di un colloquio con il vice-segretario generale delle Nazioni Unite, con delega agli affari politici, Jeffrey Feltman, in visita a Tehran. Sulla Siria, il nuovo capo della diplomazia iraniana ha ribadito che l’«unica soluzione» è il dialogo. Zarif, ricordando la netta opposizione del suo paese all’utilizzo di armi chimiche, ha sottolineato come Tehran sia pronta a collaborare con l’Onu per trovare una soluzione politica. Il ministro degli Esteri ha sottolineato il pericolo della «diffusione di gruppi estremisti» in Siria, spiegando che le ripercussioni riguarderebbero anche i paesi occidentali.