La città di Lipsia ha avuto un ruolo importante nel crollo del muro di Berlino. Il 9 ottobre del 1989, nella capitale della Sassonia, scesero in piazza 70mila cittadini: paralizzando l’apparato repressivo, manifestarono chiedendo il rispetto delle libertà civili e in particolare la libertà di stampa. Anche per questo Lipsia è ora divenuta sede dello European Center for Press and Media Freedom, un centro che si occuperà della libertà di stampa in Europa e che vede direttamente protagonisti nella sua fondazione alcuni soggetti italiani, nello specifico «Osservatorio Balcani e Caucaso» e «Ossigeno per l’Informazione».

Che la questione della libertà di stampa in Europa non fosse solo legata alla divisione in due blocchi del continente, ma che sia piuttosto un tema che caratterizza la nostra quotidianità dell’essere europei, non ce lo dice solo l’esperienza italiana ma anche l’indice sulla libertà di stampa redatto annualmente da Reporter senza frontiere. Nell’edizione 2015 si sottolinea una grave regressione a livello mondiale con «un peggioramento sensibile nei paesi dell’Ue e dell’est e sudest europeo».

«Il Centro deve essere un faro per la libertà di stampa in Europa. Riunirà varie iniziative e promuoverà una maggiore cooperazione tra gli attivisti europei – ha affermato dopo la sua elezione a direttore del consiglio esecutivo del centro Henrik Kaufholz, del centro di giornalismo investigativo danese SCOOP – ci batteremo per standard comuni sulla libertà di stampa in Europa».

I primi mattoni per la nascita di quest’iniziativa, avviata dalla Media Foundation Sparkasse Leipzig, sono stati posti lo scorso 24 giugno con la creazione di una cooperativa europea, di cui per ora fanno parte 20 soggetti fondatori provenienti da 15 paesi diversi. Tra loro testate giornalistiche, centri di ricerca, associazioni di giornalisti e sindacali, ong e altre istituzioni impegnate nel campo della libertà dei media.

«In Europa, giornalisti e operatori dell’informazione subiscono quotidianamente minacce, censure, intimidazioni o attacchi mirati a impedire loro di svolgere il proprio lavoro e assicurare ai cittadini il diritto all’informazione – sottolinea Luisa Chiodi, direttrice di Osservatorio – ma senza libera informazione viene gravemente ostacolato il funzionamento delle nostre società democratiche. È per questo che OBC è costantemente impegnato su tale tema e ora partecipa da protagonista a questa vasta e ambiziosa rete europea».

Il centro è stato presentato lo scorso 30 giugno a Bruxelles, presso il Parlamento europeo: il presidente del PE Martin Schulz ha incontrato i rappresentanti delle istituzioni animatrici del progetto. Presenti per l’occasione anche Osservatorio Balcani e Caucaso e Ossigeno per l’Informazione. I primi sul loro portale web da anni raccontano al pubblico italiano ed europeo l’evolvere della politica e della società dei nostri vicini ad est – dove il tema della libertà dei media è all’ordine del giorno, si pensi ad esempio alle tentazioni autoritarie del presidente turco Erdogan e alle sue continue pressioni sui media attraverso l’arresto di giornalisti e provvedimenti quali la chiusura, seppur temporanea, di Twitter – i secondi da sempre monitorano e denunciano le violazioni della libertà di stampa nel nostro paese.

* Osservatorio Balcani e Caucaso:
www.balcanicaucaso.org
Pagina dedicata al progetto:
www.balcanicaucaso.org/ECPMF