E’ un corteo di persone ininterrotto quello che scende lungo Bermondsey Street, a Londra, per raggiungere lo slargo dove si affaccia la White Cube Gallery. Un corteo sgranato di pellegrini che si dispongono a partecipare al rito imbastito per loro da quella strana stilita del terzo millennio che risponde al nome di Tracey Emin. «L’arte è per la gente», è sempre stato il suo credo. E la gente puntuale risponde venendo all’appuntamento. Era da cinque anni che Emin non esponeva a Londra, la città che l’ha consacrata quando, nel 1997, prese parte alla mostra più mediatica di fine millennio: Sensation,...