Leggendo La distinzione di Gilda Policastro (Giulio Perrone, pp. 200, euro 20) impossibile non pensare al «male oscuro» di Berto e di Gadda, senza il quale non avremmo avuto tanta della migliore letteratura modernista e «attualissima». Trattasi del presunto mal du siècle rivelatosi, col senno di poi, inaggirabile mal de l’homme: quel groviglio di impulsi che ci fa avvertire in vita l’incombere osceno della morte, fino a trasformare l’esistenza stessa nell’interminabile referto che scandisce i tempi e i modi di quell’incombere. Se la morte propria è l’inimmaginabile per definizione (possiamo tratteggiare alcune porzioni della scena, mai l’intero, come nell’intensa sequenza...